L’ultimo giorno di consultazioni con i partiti disegna una maggioranza in espansione per il presidente incaricato Mario Draghi. Le ultime aperture in ordine di comparizione arrivano dalle delegazioni dei gruppi più numerosi in Parlamento, quella della Lega guidata da Matteo Salvini e quella dei Cinquestelle guidata da Beppe Grillo. La mossa del Carroccio ha cristallizzato, in particolare, quello che già era nell’aria venerdì quando il suo leader ha detto che se i leghisti ci saranno, saranno dentro il governo. E quella intenzione è stata espressa a Draghi anche nel colloquio del premier in pectore a Montecitorio. Salvini ha descritto una “sensibilità comune sui temi” e “un’idea di Italia che coincide” con quella di Draghi e nel frattempo ha trasformato la flat tax – che sembrava irrinunciabile fino a giovedì – in un più vago (per non dire vaghissimo) “no alle tasse“. Insomma, il risultato è che “preferisco essere nella stanza dove si decide piuttosto che stare dove si assiste ad esempio nella stanza dove si deciderà come spendere i 209 miliardi del recovery“: e questo molti l’avevano capito da un po’.

Il gioco di gambe di Salvini ha messo in agitazione in particolare il Partito democratico il cui desiderio-sogno era stato finora una “maggioranza Ursula“, cioè la vecchia base parlamentare che ha sostenuto il Conte 2 più Forza Italia in quanto europeista. Così a un certo punto è girata la voce che al Nazareno fossero già tentati da un appoggio esterno, cioè senza la partecipazione fattiva nell’eventuale composizione del governo Draghi, ammesso che il premier abbia l’intenzione di formare la squadra anche con politici “puri” (al momento l’unica dichiarazione ufficiale del presidente incaricato, come noto, è quella di poche righe all’uscita dal colloquio con il capo dello Stato). Ma è bastato aspettare meno di un paio d’ore perché il Pd smentisse qualsiasi iniziativa riconfermando la linea uscita dalla direzione che ha approvato all’unanimità la relazione del segretario Nicola Zingaretti. “Sono totalmente infondate le notizie su orientamenti assunti su un eventuale appoggio esterno al governo” è la nota del partito.

E infine è maturata la posizione del M5s che, ora dopo ora, ha smantellato le prime parole pronunciate e scritte dal reggente Vito Crimi (“Il M5s non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi”) per sostituirle con la linea propositiva del garante Beppe Grillo che un paio d’ore prima dell’incontro con Draghi (con cui si era sentito per telefono giovedì) ha pubblicato sul suo blog un decalogo con i temi da porre come questioni primarie: tutte riguardano ambiente e giovani e guardacaso ambiente e giovani sono il grosso delle linee guida dell’Unione europea come direttrici di spesa per il fondo di recupero. Grillo ha lasciato a Crimi la responsabilità di esporre la linea del Movimento dopo l’incontro con il presidente incaricato. “Se ci sarà un nuovo governo, noi ci saremo sempre con lealtà” dice Crimi che però ha sottolineato che bisogna “ripartire dalla maggioranza precedente” (quella che ha sostenuto Conte per un anno e mezzo) un po’ in difesa del lavoro fatto finora e un po’ anche perché è l’asse politico in nome del quale centrosinistra e 5 Stelle si sono giurati di nuovo fedeltà per continuare a essere competitivi. Crimi immagina dunque una linea “europeista, solidale e ambientalista” tanto più, aggiunge, che Draghi si è mostrato “sensibile” al mantenimento del reddito di cittadinanza.

L’altro fatto nuovo dei Cinquestelle post-governi Conte è che il presidente uscente ha partecipato per la prima volta a un vertice con tutti i dirigenti del Movimento: oltre a Grillo e agli ex ministri, c’era anche Davide Casaleggio. L’avvocato si schermisce (“Io leader del M5s? Non mi risulta“), ma lancia un nuovo messaggio distensivo per la costruzione di una maggioranza ampia a beneficio del suo successore: “Auguriamoci che si creino le condizioni perché il Paese sia messo in sicurezza al più presto – ha detto – Non guardiamo ai destini personali, ma al bene del Paese”.

Il silenzio del presidente incaricato – che ai partiti ha detto che a lui tocca la sintesi e a loro il giudizio sul sostegno al governo – si prolungherà probabilmente fino alla metà della prossima settimana. Draghi ha lasciato la Camera nel primo pomeriggio e ci tornerà salvo smentite lunedì quando incontrerà le parti sociali, le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati, come aveva annunciato dopo il colloquio con il presidente Mattarella in nome dell’unità del Paese. Lunedì pomeriggio è atteso l’inizio di un secondo giro di consultazioni che, secondo le previsioni delle forze politiche, potrebbe durare un paio di giorni. E’ verosimile che alla fine della settimana, poi, il presidente incaricato possa sciogliere la riserva.

CRONACA ORA PER ORA

15.54 – Orlando: “Primo effetto di Draghi? Salvini europeista in 24h”
“Un primo effetto l’incarico a Draghi l’ha avuto. Salvini è diventato europeista in 24h”. Lo scrive su twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando.

15.35 – Marcucci: “Se Salvini diventa europeista, meglio per tutti”
“L’appoggio esterno del Pd è una falsa notizia. La nostra posizione e le nostre priorità sono note. Se la Lega cambia idea, diventa europeista e capisce che ha sbagliato per anni, meglio per tutti”. Lo scrive su Twitter il capogruppo del Partito democratico al Senato, Andrea Marcucci.

15.20 – Conte: “Non guardiamo ai destini personali ma al bene del paese”
“Ci sono tali urgenze nel Paese che i sentimenti personali non hanno alcun rilievo. Non guardiamo ai destini personali, guardiamo al bene del Paese, al bene dei cittadini perché c’è tanta sofferenza in giro”. L’ha detto il premier uscente, Giuseppe Conte ai cronisti nei dintorni di Montecitorio.

15 – Conte: “Guardare sempre il bene dell’Italia”
“Dobbiamo guardare sempre il bene dell’Italia, quindi nessun rammarico. Vediamo se si creano le condizioni perché il Paese sia messo in sicurezza al più presto”.

14.20 – Crimi: “Ci aspettiamo una sintesi, oggi è stato solo il primo incontro”
“Ci aspettiamo da Draghi una sintesi e, al secondo giro di consultazioni, di cercare di capire se sono superate alcune criticità che fino a martedì ci sono state, con l’impossibilità di ricucire con una piccola parte della maggioranza precedente”. Così il capo politico M5S Vito Crimi, al termine delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi.

14.15 – Infondate le notizie sull’appoggio esterno
“Sono totalmente infondate le notizie su orientamenti assunti su un eventuale appoggio esterno al governo. La posizione del Pd è stata voltata alla direzione all’unnaimità e illustrata ieri al professore Draghi”. Lo dichiara il Pd in una nota in riferimento alle indiscrezioni circolate sui social e riprese anche da alcuni organi di stampa.

14 – Beppe Grillo ha lasciato la Camera
Il garante del M5S Beppe Grillo ha lasciato la Camera, in auto, al termine delle consultazioni. Nessuna dichiarazione alla stampa da parte di Grillo dopo l’incontro con il premier incaricato Mario Draghi.

13.45 – Crimi: “Al Paese serve un’esecutivo il prima possibile”

13.40 – Terminato l’incontro M5s-Draghi

13.05 – Monologo di Grillo nel pre vertice
Un lungo monologo davanti a Giuseppe Conte, ai ministri uscenti e ai “big” dei gruppi parlamentari del M5S,tutti i riuniti in sala Tatarella: Beppe Grillo, secondo quanto spiegano alcune fonti che hanno partecipato al discorso ha fatto sentire la sua voce al Movimento, puntando sui “temi identitari” dei pentastellati e sul futuo stesso della prima forza parlamentare in Parlamento. Ad un certo punto la voce di Grillo si è sentita anche in strada, nella via che sta sotto alle finestre della sala Tattarella. Si sono sentite le urla dell’ex comico ma anche i suoi applausi. E, secondo una fonte pentastellata, Grillo anche citato “Radio Londra” come simbolo della “resistenza”.

13 – Conte: “Importante il perimetro della maggioranza, non è importante sapere se io farò parte del governo”
“Sarà importante il perimetro della maggioranza, al momento non è importante sapere se io farò parte del governo”. Così il premier uscente Giuseppe Conte, a quanto apprende l’Adnkronos, nel corso del vertice M5S che si è tenuto questa mattina alla Camera, presenti anche Beppe Grillo e Davide Casaleggio.

13 – Fico al vertice M5s: “Non possiamo stare a guardare”
“Non possiamo stare a guardare, dobbiamo esserci e gestire il Recovery Plan”. Lo avrebbe detto – secondo quanto apprende l’Adnkronos – il presidente della Camera Roberto Fico in collegamento telefonico con il vertice M5S alla Camera, al quale hanno partecipato anche Beppe Grillo e il premier uscente Giuseppe Conte.

12.45 – Davide Casaleggio ha lasciato Palazzo dei gruppi
Davide Casaleggio ha lasciato il Palazzo dei Gruppi di Montecitorio, dove si è tenuto il vertice dello stato maggiore M5S prima dell’incontro tra la delegazione pentastellata – guidata da Beppe Grillo – e il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Il fondatore di Rousseau non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai cronisti.

12.20 – Delegazione M5s si sposta per l’incontro con Draghi
Ma ci sono i giornalisti? Perché siete lì?”. Così Beppe Grillo, muovendo dalla sala Tatarella di Montecitorio diretto nella Biblioteca per incontrare Mario Draghi, rivolgendosi ai giornalisti della stampa parlamentare che attendono la fine della riunione M5S che ha preceduto l’incontro con il premier incaricato.

11.44 – Salvini: “Non abbiamo posto condizioni”
“Noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna condizione né su persone né sulle idee. Il bene del paese deve superare interesse personale e partitico”.Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine dell’incontro con Draghi.

11.40 – Salvini: “Nessuna tassa, semmai una pace fiscale”
“Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine dell’incontro con Draghi.

11.20 – Vertice M5s alla Camera: ci sono Grillo, Conte, Crimi e Casaleggio
È iniziato, nella sala Tatarella della Camera, il vertice del Movimento 5 Stelle prima delle consultazioni con il presidente incaricato, Mario Draghi. Alla riunione sono presenti il garante, Beppe Grillo, il premier uscente, Giuseppe Conte, il capo politico, Vito Crimi, tutta la squadra dei ministri e i capigruppo di Camera e Senato. Inoltre, partecipa anche il presidente dell’associazione Rousseau, Davide Casaleggio.

11 – Conte: “Primo giorno da leader? Non mi risulta”
Il primo giorno da leader del Movimento? ”Non mi risulta…”. Così il premier uscente Giuseppe Conte, intercettato dai cronisti prima del suo arrivo a Montecitorio per il vertice dei big M5S. A chi gli chiede se ora l’attenda un nuovo inizio, “lo saprete…”, risponde con un sorriso prima di infilarsi nell’auto che lo ha condotto alla Camera.

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