Chi avrebbe detto due anni fa che la pandemia e gli aiuti monetari da parte dello Stato avrebbero portato all’assalto a Wall Street? E chi avrebbe predetto che il saccheggio dei forzieri dell’alta finanza avrebbe redistribuito – almeno per ora –una parte dei soldi stampati negli ultimi tredici anni, migliaia e migliaia di miliardi di dollari mai arrivati nell’economia reale ma intascati dai big di piazza Affari?

Solo chi frequenta le piattaforme come Reddit, Robinhood, r/WallStreetBets lo poteva prevedere. Da almeno un anno abbondano i post dei day traders, i milioni di giovani che bloccati a casa a causa della pandemia hanno imparato a giocare in Borsa, dove si parla di ‘assalto a Wall Street’, ‘annientamento degli hedge funds’, ‘distruzione dell’Olimpo finanziario’. C’è persino chi come Anthony Scaramucci, che ha fatto parte per ben 9 giorni dell’amministrazione Trump, parla di una sorta di rivoluzione francese finanziaria. Una cosa è certa, sono i day trader che hanno creato questa rivoluzione sul mercato e che hanno intascato i soldi delle perdite di Wall Street.

Da poco meno di un anno è in corso uno scontro frontale tra piccolissimi singoli operatori di mercato e i giganti di piazza Affari, tuttavia questo conflitto è atterrato nelle prime pagine dei giganti finanziari solo a fine gennaio, quando la moltitudine dei day traders ha fatto schizzare alle stelle le azioni di GameStop, catena americana di giochi elettronici e playstation, in crisi profonda a causa della pandemia e della concorrenza online. Gran parte dei day trader sono cresciuti acquistando o scambiando videogames nei negozi di GameStop: l’idea di interrompere il suo declino e far girare la ruota della fortuna a favore di questa impresa, dunque, li ha entusiasmati facendoli sentire davvero i Robin Hood della finanza. Ed ecco come si sono svolti gli eventi.

Già prima della pandemia GameStop era in crisi, il Covid è stato un po’ il colpo di grazia. Si è evitato il fallimento grazie all’arrivo di Ryan Cohen, il miliardario che ha creato la catena di prodotti per animali chewy.com. A settembre, Cohen ha acquistato il 10 per cento di GameStop e ha annunciato il suo piano: trasformare la società in un concorrente di Amazon iniziando da un app scaricabile sul telefonino per i video giochi.

L’idea ha attirato l’attenzione di gruppi di day trader che conoscono bene il mercato dei video giochi, in quanto suoi utenti dall’infanzia. A quel punto ci si è accorti che GameStop era oggetto di grosse speculazioni al ribasso da parte di hedge funds, gente specializzata in questa tecnica (si scommette che il titolo scenderà senza però acquistarlo, si prende posizione acquistando solo un’opzione). Il volume delle scommesse era alto, segno che il mercato tradizionale era convinto che le azioni di GameStop avrebbero continuato a scendere. Situazione perfetta per l’assalto in massa dei day trader.

E’ bastato postare sulle piattaforme e sui social la strategia: acquistate le azioni di GameShop. Ed ecco la logica: salviamo la catena dei videogiochi di quando eravamo bambini, distruggiamo le vacche grasse che scommettono contro di esso e, nello stesso tempo, facciamo una barca di soldi. Il mercato si è mosso subito perché quando in ballo ci sono le opzioni tutto viene moltiplicato seguendo una progressione geometrica.

Nelle prime tre settimane di gennaio le azioni di GameStop sono salite del 1200 per cento, alcuni hedge funds come Melvin Capital hanno perso 2,3 miliardi di dollari che i day traders hanno guadagnato. Una redistribuzione della ricchezza dai grandi ai piccolissimi mai vista sul mercato. Ma non basta, la corsa a coprire le posizioni ha costretto gli short sellers ad acquistare le azioni di GameStop e così facendo hanno contribuito alla crescita della domanda e al conseguente aumento del valore del titolo.

Questa però non è una favola a lieto fine. La finanza, quella vera, è l’impalcatura su cui poggia l’economia mondiale, la linfa vitale del sistema economico. Per ogni hedge fund che si lecca le ferite ci sono centinaia di migliaia di onesti operatori finanziari che gestiscono i risparmi delle famiglie, i soldi messi da parte per la scuola dei nostri figli, le nostre pensioni: anche loro verranno travolti dall’esplosione della bolla che si sta formando sul mercato.

Perché la bolla esiste, basta dare un’occhiata alla percentuale della capitalizzazione di mercato rispetto al Pil il giorno dell’inaugurazione degli ultimi presidenti americani: Ford 40%; Carter 47%o; Reagan 43%; Bush padre 53%; Clinton 64%, Bush figlio 117%; Obama 60%; Trump 125%; Biden 190%.

Il pericolo è che i day traders diventino simili ai loro nemici e finiscano per giocare con i soldi delle nostre vite. Senza nuove legislazioni questa redistribuzione della ricchezza non basterà a far riprendere l’economia reale, provata da 13 anni di deflazione e dal Covid. Lì è da anni che non si gioca più.

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