Paura e delirio a Wall Street. E’ quello che stanno vivendo risparmiatori e investitori che speculano sul titolo GameStop. Saliti tutti insieme su una sorta di montagne russe azionarie con salti del 100% in pochi minuti, cadute altrettanto repentine, esplosioni di ordini che ingolfano il sistema paralizzando temporaneamente gli scambi. GameStop è una nota catena di punti vendita di videogiochi presente anche in Italia. Ma questo conta poco. Il titolo è diventato protagonista di questo “baccanale finanziario” in quanto da tempo oggetto di scommesse al ribasso. Le cose vanno male, i bilanci sono in rosso e quindi gli investitori puntano sul progressivo declino del valore del titolo.

Sui mercati ha preso forma un nuovo fenomeno. Legioni di piccoli risparmiatori riescono a coordinarsi attraverso siti web, Reddit in particolare, per operare all’unisono sul mercato anche se, a leggere alcuni dei commenti nelle chat, non tutti sembrano essere pienamente consapevoli del gioco a cui stanno giocando. “Trader gang” sono già stati ribattezzati, capitanati da un trader che si fa chiamare “Roaring Kitty”. “Quando le formiche si uniscono possono spostare un elefante”, dice un proverbio africano. L’elefante è GameStop ma lo stesso schema è applicato, per ora in misura minore, a titoli come Blackberry, Express Inc e Amc entratainment. Diversamente dai grandi investitori al ribasso, i “piccoli” comprano per fare in modo che il titolo salga. E lo fanno scegliendo un’azione dove sanno che ci sono molti soldi puntati scommettendo esattamente l’opposto, ossia che il titolo scenda. Semplificando molto, chi scommette al ribasso, fondi speculativi per lo più, lo fa vendendo azioni che ancora non possiede. E lo fa facendosele prestare. La speranza è che al momento di restituirle i titoli il prezzo sia sceso rispetto a quello a cui è stato venduto. Se invece è salito sono dolori perché comunque le azioni vanno comprate, le perdite potenziali sono illimitate poiché non si sa fino a che livelli possa salire il prezzo.

Questa prova di forza non avviene comprando e vendendo direttamente le azioni, ma utilizzando prodotti finanziari chiamati opzioni. Le opzioni danno la possibilità di comprare o di vendere, a seconda si tratti di un’opzione “call” oppure “put”, un certo titolo ad un prezzo prefissato entro una certa scadenza. Se il titolo sale prima della scadenza vincono i possessori di opzioni call. Se scende accade il contrario. In questo caso i piccoli risparmiatori rialzisti usano opzioni che danno la possibilità di comprare l’azione ad un prezzo molto più alto rispetto alla quotazione reale. Senza dilungarsi troppo in tecnicismi quello che è importante capire è che l’impiego di queste opzioni ingigantisce l’effetto sul valore del titolo che quindi, durante la battaglia, si muove in borsa come impazzito. Quindi è facile fare guadagni stratosferici in poche ore….altrettanto facile perdere tutto. Il tempo è tutto anche perché, bene precisarlo, i valori di questi titoli non hanno nulla a che fare con la realtà delle aziende. Quindi appena la pressione al rialzo finisce sono destinati a sgonfiarsi.

Per la natura degli strumenti utilizzati, per il fatto che serve muovere quantità significative di denaro, e per l’elevato livello rischio che implicano, queste operazioni sono solitamente appannaggio di investitori professionali. Ma, come detto, il web ha cambiato le cose approfittando anche di un contesto in cui le commissioni per operare in borsa sono diventate irrisorie e la liquidità abbonda. E’ comunque un gioco in borsa che richiede una continua attenzione. “Bucare” una finestra di pochi minuti per comprare o vendere può causare disastri. Per ora comunque i “piccoli” stanno vincendo. Ma se ripassate tra qualche minuto potrebbe essere cambiato tutto….

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