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Vaccini, l’Avvocatura dello Stato invia la diffida a Pfizer per i ritardi nelle consegne. “Nelle prossime ore Arcuri valuterà ulteriori azioni”

La mossa è stata sollecitata dal Commissario all'emergenza dopo che settimane la distribuzione delle dosi in tutta Europa è stata sensibilmente ridotta. L'obiettivo, si legge in una nota, è quello di spingere l'azienda "ad adempiere ai propri obblighi contrattuali relativi, anzitutto, alla mancata consegna di dosi destinate alla campagna di vaccinazione della popolazione italiana"
Vaccini, l’Avvocatura dello Stato invia la diffida a Pfizer per i ritardi nelle consegne. “Nelle prossime ore Arcuri valuterà ulteriori azioni”
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Il primo passo per un’azione legale contro Pfizer è stato compiuto. Come ampiamente annunciato nei giorni scorsi, l’Avvocatura generale dello Stato ha inviato una diffida a Pfizer, la casa farmaceutica statunitense che al momento è la principale fornitrice dei vaccini anti-coronavirus destinati all’Italia. Una mossa sollecitata dal Commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, dopo che per settimane la distribuzione delle dosi in tutta Europa è stata sensibilmente ridotta per rafforzare la produttività di un impianto in Belgio. L’obiettivo, si legge in una nota, è quello di spingere l’azienda “ad adempiere ai propri obblighi contrattuali relativi, anzitutto, alla mancata consegna di dosi destinate alla campagna di vaccinazione della popolazione italiana”. Il Commissario straordinario, inoltre, valuterà nelle prossime ore “le ulteriori azioni da intraprendere, in sede nazionale ed europea, a tutela della regolare prosecuzione della campagna di vaccinazione e, più in generale, della salute dei cittadini”.

La vicenda è molto delicata, anche perché il contratto con Pfizer è stato stipulato dalla Commissione europea per conto di tutti gli Stati membri e i suoi contenuti restano secretati. Alcuni dettagli, però, cominciano ad emergere: secondo il Corriere della Sera, le penali previste in caso di ritardo nelle consegne scattano solo a fine trimestre e “non sono automatiche“. Ciò significa che, se al 31 marzo l’inadempienza sarà acclarata, l’azienda potrebbe rimediare ai ritardi senza incappare nelle sanzioni. L’Italia punta però a mettere sotto pressione la casa farmaceutica, auspicando che altri Paesi europei possano seguirla. Sul tavolo, infatti, non c’è soltanto la diffida dell’Avvocatura: si valutano anche un esposto ai pm per potenziale danno alla salute e una richiesta a nome del governo italiano e delle Regioni al foro di Bruxelles per inadempimento. Iniziative che dovrebbero servire soprattutto a evitare altri ritardi, come quelli ad esempio già annunciato da un’altra casa farmaceutica, AstraZeneca.

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