Nonostante le nuove restrizioni anti contagio adottate all’inizio di novembre, quando è partita la suddivisione dell’Italia in tre fasce di rischio, il penultimo mese del 2020 ha visto risalire l’occupazione dopo la battuta d’arresto di ottobre. I nuovi dati Istat mostrano un aumento degli occupati di 63mila unità soprattutto per effetto della ripresa delle assunzioni a tempo indeterminato, mentre continuano a calare quelli a termine. Nello stesso mese si sono contati 168mila disoccupati in meno e il tasso di disoccupazione è calato all’8,9%, 0,6 punti in meno rispetto a ottobre, e al 29,5% tra i giovani (-0,4%). Un dato positivo in parte controbilanciato, però, dal forte aumento degli inattivi che erano in calo da maggio: a novembre 73mila persone in più hanno risposto al sondaggio Istat spiegando che non hanno un lavoro ma non ne stanno nemmeno cercando uno. Tirate le somme, rispetto al periodo pre Covid sono calati sia gli occupati (300mila in meno) sia i disoccupati (170mila), mentre 340mila residenti sono finiti nell’inattività. Tutto questo al netto del blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo.

La crescita dell’occupazione, pari +0,3%, ha riguardato sia gli uomini sia le donne, i dipendenti a tempo indeterminato, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni che, insieme ai dipendenti a termine, segnano una riduzione. Nel complesso il tasso di occupazione è salito al 58,3% (+0,2 punti). Il tasso di inattività è diminuito solo nelle fasce 15-24 e 50-64 anni. Tra i giovani gli occupati sono aumentati di 11mila unità e i disoccupati sono calati di 3mila, mentre gli inattivi diminuivano di 12mila.

Su base annua, si continua a registrare un calo degli occupati: -1,7%, pari a –390mila unità. Un calo che però dipende interamente dal crollo dei posti a termine, precari – sono 410mila in meno rispetto al novembre 2019 – e dalla riduzione degli autonomi (-103mila), mentre i dipendenti permanenti sono aumentati di 123mila unità. Sempre anno su anno sono diminuiti di 256mila unità anche i disoccupati.

Anche nell’Eurozona, secondo Eurostat, a novembre il tasso di disoccupazione è calato lievemente, all’8,3% (-0,1 punti rispetto al mese precedente). Nell’Ue a 27 il tasso scende al 7,5% (7,6% a ottobre 2020). I disoccupati erano in totale 15,933 milioni, di cui 13,609 milioni nell’area dell’euro, con un calo congiunturale di 222mila unità nell’Ue e 172.000 nell’Eurozona. Ma su base annua l’aumento è rispettivamente di di 1,795 milioni e 1,425 milioni di persone. Andamento opposto invece per la disoccupazione giovanile con 3,171 milioni di persone sotto i 25 anni che a novembre 2020 erano disoccupate nell’Ue (2,629 milioni nell’area dell’euro) e un tasso risalito al 17,7% nell’Ue e al 18,4% nell’area dell’euro, in aumento dal 17,5% e dal 18% del mese precedente. Rispetto a ottobre la disoccupazione giovanile è aumentata di 51.000 unità nell’Ue e di 64.000 nell’area dell’euro mentre su base annua l’aumento è stato di 456mila e 398mila giovani.

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