Care navigatrici, cari navigatori, care sostenitrici e cari sostenitori,

eccoci arrivati al nostro undicesimo Capodanno trascorso assieme. Da celebrare c’è davvero poco. La pandemia ve l’abbiamo raccontata giorno per giorno dalle pagine del nostro sito. Allo stesso modo vi abbiamo raccontato gli eroi, gli orrori e gli errori di questi dodici mesi. Ma per scelta precisa qui su ilfattoquotidiano.it abbiamo deciso di non fare polemiche o scandalismo, ma di segnalare con forza tutto ciò che non funzionava e non funziona nella speranza che venisse trovato un rimedio. Quando muoiono decine di migliaia di persone; quando un Paese, anzi il mondo intero, si ferma; quando vengono chiuse le scuole, gli stadi, i teatri, i ristoranti e tanti, troppi, si ritrovano senza un lavoro, chi fa il giornalista dovrebbe ricordare i suoi doveri. Che non sono solo quelli di riportare con correttezza e imparzialità tutte le notizie ritenute rilevanti o fare le pulci a chi a tutti i livelli è pro tempore al potere. Tra i nostri doveri ce ne è pure un altro: avere coscienza del nostro ruolo. Sapere che tutto ciò che pubblichiamo può avere o ha delle conseguenze. Perché quando una comunità è in ginocchio è profondamente sbagliato, anzi criminale, dare spazio a teorie strampalate, a dibattiti senza senso o a personaggi utili solo ad attrarre il pubblico disorientandolo. Eppure in Italia va così. Basta accendere la tv o leggere alcuni quotidiani per rendersene conto: quanti pseudo scienziati pronti ad affermare che il virus con l’estate sarebbe scomparso abbiamo visto andare continuamente in onda? Quante interviste, prive di obiezioni, abbiamo letto a sedicenti rappresentanti di categorie danneggiate dalla pandemia che invece di chiedere, come è giusto, maggiori indennizzi e ristori reclamavano il diritto di continuare a lavorare come prima indipendentemente dall’andamento dei contagi? Quanto spazio e quanti servili elogi sono stati riservati a chi straparlava di dittatura sanitaria o sosteneva che lo stato di emergenza fosse ingiustificato, visto che a suo dire non vi era più emergenza?

Bene, la scelta de ilfattoquotidiano.it di prendere le distanze da questa cacofonia spacciata per pluralismo, quando invece è solo utile per alzare gli indici di ascolto o il traffico dei siti, ha pagato. In tanti si sono resi conto che noi siamo diversi. Gli utenti unici giornalieri, secondo google analytics, sono aumentati del 32 per cento rispetto al 2019. Ogni giorno in media ci fanno visita 2 milioni e 682mila persone che leggono 5milioni e 461mila pagine (22% in più rispetto ai 12 mesi precedenti). Quasi ogni mese ilfattoquotidiano.it è il terzo quotidiano online, tra quelli che hanno una versione cartacea, dopo Corriere.it e Repubblica.it.

Un grazie va ovviamente a voi che ci leggete, ma soprattutto va alla redazione che immediatamente, quando la pandemia in febbraio era esplosa in Lombardia (la nostra sede è a Milano), si è organizzata per lavorare in smart working. Sono tutte persone eccezionali. Tenetele d’occhio. Molte di loro faranno carriera. Tra di esse ci sono tanti giovani. Perché qui la regola è che quando si può assumere qualcuno l’occhio cada prima su chi ha meno di 25 anni. E se è dotato entra.

Certo, anche per noi questi sono stati tempi di ristrettezza economica. Per 4 mesi la pubblicità non c’è praticamente stata. La seconda parte dell’anno ci ha però permesso un bel recupero. E una mano veramente grande ci è arrivata dagli utenti sostenitori. Cioè da chi tra i lettori ha scelto di starci al fianco versando l’equivalente di un cappuccino alla settimana.

Cari sostenitori, siete voi la linfa di questo sito. E più colleghi devono il loro posto di lavoro a voi. Per questo chiedo a chi non lo ha ancora fatto, e se lo può permettere, di sostenerci). In cambio, oltre che la nostra gratitudine avrete la possibilità di navigare senza pubblicità, di partecipare alle nostre riunioni di redazione, di avere un blog tutto per voi. E aderire con iniziative speciali alle nostre campagne.

La Seif, la nostra società editoriale, crede nel digitale e si impegna a fondo. Accanto al quotidiano diretto dal mio amico Marco Travaglio, accanto al mensile Fq Millennium accanto alla piattaforma TvLoft, che produce anche programmi come Accordi&Disaccordi e La Confessione in onda sul Nove, accanto alla casa editrice Paper First, da qualche mese lavora anche un gruppo di colleghi impegnato a realizzare Un Fatto in più. Cioè le nuove newsletter e l’offerta premium digitale destinata agli abbonati al quotidiano. Lo dovevamo ai lettori. Lo abbiamo fatto.

Come sapete Ilfattoquotidiano.it è nato il 22 giugno del 2010. L’idea era quella di mantenere i fatti rigorosamente separati dalle opinioni. Per questo è stata creata la colonna di sinistra dei blog che ospita centinaia di opinionisti ed esperti che spesso, al contrario di quanto accade in altri siti, esprimono punti di vista diversi dai nostri. Perché per noi il dibattito è e resta fondamentale. A destra vengono invece pubblicate le notizie.

Anche quest’anno ne abbiamo date tante in esclusiva: dallo scandalo delle mascherine nella Regione Lazio, fino alla protesta dei medici negli ospedali di Milano lasciati sguarniti. Dalle categorie dimenticate nei decreti ristori, fino al caso dell’app Immuni che il Veneto non aveva messo in condizione di operare e alla questione, da noi sollevata per primi, dei boss scarcerati nella scorsa primavera. Quasi ogni mattina abbiamo aperto il sito con una nostra inchiesta. Ad esempio quelle condotte dai colleghi FQMagazine sulla crisi del settore musica o, quando ancora nessuno ne parlava, sulla debacle della medicina territoriale. Molte inchieste sono poi state dedicate agli ultimi. A chi è senza voce e che qui la potrà invece sempre trovare.

In questo modo la qualità (da migliorare) de ilfattoquotidiano.it è stata man mano sempre più riconosciuta. Come dimostrano anche le interviste in diretta streaming a personaggi come Giuseppe Conte, Nicola Gratteri, Fedez e Roberto Mancini e molti altri che hanno accettato volentieri i nostri inviti in occasione della festa online per i 10 anni del sito.

Nei video sul web del resto ci crediamo. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle 16 io e i miei colleghi facciamo il punto sui principali accadimenti della giornata in diretta streaming su facebook, youtube e twitter. E ormai regolarmente ospitiamo in altre dirette i grandi nomi del mondo dello spettacolo e della cultura.

Tutto questo ovviamente costa. In termini di lavoro e in termini economici. Così prima di augurarvi buon anno ve lo chiediamo ancora. Sosteneteci!

Grazie al vostro contributo potremo continuare a crescere ed evitare, come ormai fanno in tanti, di essere costretti a ricorrere a un paywall. Perché, secondo noi, c’è pure un altro dovere che tanti giornalisti a volte dimenticano: farsi leggere, ascoltare e vedere dal più alto numero di persone possibile.

Insomma noi ci proviamo. Restate con noi!

Auguri di cuore
Peter Gomez

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