I Carabinieri del NAS (Nucleo Anti Sofisticazione), in collaborazione col Ministero della Salute e i militari della Sezione Analisi del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, hanno sventato una minaccia concreta alla salute, oscurando ben 102 siti web che vendevano illegalmente farmaci anti-covid di cui era impossibile verificare provenienza, validità ed efficacia.
L’operazione, finalizzata al contrasto al cybercrimine farmaceutico, si iscrive in un’attività più ampia di monitoraggio che in questo 2020 hanno portato all’oscurazione di ben 237 siti web, di cui 217 connessi con l’emergenza pandemica COVID-19.
Nelle vetrine virtuali di tali siti erano in vendita diversi farmaci soggetti a obbligo di prescrizione e vendibili esclusivamente in farmacia, senza contare le precise indicazioni terapeutiche e i principi attivi contenuti, che li rendevano soggetti a restrizioni d’uso e indicazioni di impiego specifiche, che solo un medico specializzato avrebbe potuto stabilire.
Tra questi farmaci antimalarici come clorochina e idrossiclorochina, per cui l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha da poco pubblicato una scheda atta a orientarne la prescrizione e a definirne il rapporto tra benefici e rischi, e antivirali come lopinavir e ritonavir, il cui utilizzo off label (ovvero l’uso di medicinali in situazioni che non sono previste dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) comunemente detto Scheda Tecnica) al di fuori degli studi sperimentali clinici è stato sospeso.
I militari si sono inoltre imbattuti in molti altri farmaci come l’antinfiammatorio indometacina, la cui assunzione fuori stretto controllo medico può provocare gravissimi effetti collaterali, o l’antivirale daclatasvir, il cui utilizzo è attualmente vietato in tutta l’Unione Europea.
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