Il mondo FQ

Nel 2020 il Covid-19 ha fatto scempio anche dei diritti

Nel 2020 il Covid-19 ha fatto scempio anche dei diritti
Icona dei commenti Commenti

Cosa c’entrano i diritti con una pandemia che nel 2020 ha colpito 80 milioni di persone in ogni parte del mondo e ha fatto oltre un milione e 700.000 vittime?

Provo a dare alcune risposte.

Il Covid-19 non ha colpito ovunque nello stesso modo. Negli Usa ha fatto strage tra i gruppi più poveri, in America Latina tra le comunità native, in Asia e in Africa nei centri più affollati; è entrato in luoghi di assembramento coatto e dalle condizioni igienico-sanitarie del tutto inadeguate, come le prigioni e i campi per sfollati interni e per rifugiati.

La parola d’ordine “restiamo in casa” ha significato niente per miliardi di persone che un tetto non ce l’hanno o la cui stessa esistenza è condizionata dall’uscire dalle loro abitazioni all’alba di ogni giorno per trovare un lavoro precario con cui sopravvivere.

In base a una politica mai esplicitata e messa nero su bianco, ma di fatto portata avanti in molti paesi – secondo la quale se una persona ultranovantenne pluri-patologica fosse morta una settimana dopo o una prima non sarebbe cambiato nulla – gruppi di persone vulnerabili sono stati considerati sacrificabili, come gli anziani nelle Rsa italiane.

Il Covid-19 ha colpito massicciamente coloro che avrebbero dovuto portare le cure, salvare vite umane: gli operatori sanitari, mandati in prima linea disarmati e spesso privi dei dispositivi individuali di protezione. A settembre ne erano morti già 7000 e l’Italia è ai primi 10 posti per numero di vittime.

In molti Stati, poi, la pandemia non è stata altro che il pretesto per nuove svolte repressive: in almeno 60 paesi vi sono stati arresti, torture e uccisioni ufficialmente in nome del contrasto alla diffusione del virus. Qua e là, come in Ungheria, sono stati presi provvedimenti che nulla avevano a che fare col contenimento del Covid-19.

Il diritto alla salute, dunque, è stato messo a repentaglio ovunque e negato in molti casi. E dalla centralità di quel diritto, sopra a ogni altro, occorre ripartire: ad esempio, da un vaccino popolare, che sia a disposizione di tutte e tutti gratuitamente e senza discriminazioni. Altrimenti, non se ne uscirà.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione