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Zangrillo tra i medici scelti per il Vax Day: “Mi vaccinerò coi colleghi quando sarà disponibile, voglio evitare strumentalizzazioni”

Il rifiuto del primario di Anestesia e rianimazione della struttura sanitaria milanese e prorettore dell'università Vita-Salute, selezionato tra le figure in prime linea per riceverlo già il 27 dicembre all'ospedale Niguarda: "Quando sarà disponibile, me lo somministrerò con i colleghi del San Raffaele"
Zangrillo tra i medici scelti per il Vax Day: “Mi vaccinerò coi colleghi quando sarà disponibile, voglio evitare strumentalizzazioni”
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Pur essendo stato indicato tra i primi medici che riceveranno il vaccino, già il 27 dicembre nel Vax Day europeo, Alberto Zangrillo dice no. “Mi vaccinerò insieme ai miei colleghi del San Raffaele quando sarà disponibile il vaccino”, ha annunciato il primario di Anestesia e rianimazione della struttura sanitaria milanese e prorettore dell’università Vita-Salute. La scelta, ha spiegato all’Adnkronos Salute, è dettata dalla voglia di “evitare strumentalizzazioni”.

Zangrillo è stato uno dei primari in trincea contro Covid-19, con il San Raffaele inserito nella rete di ospedali che hanno ospitato i pazienti infettati dal Sars-Cov-2. Anche per lui, finito al centro delle polemiche per il “clinicamente morto” pronunciato in tarda primavera, è stata prenotata una dose del vaccino anti Sars-CoV-2 e la Regione lo ha elencato fra i camici bianchi che in Lombardia saranno i primi a riceverlo. Ma Zangrillo ha escluso la somministrazione all’ospedale Niguarda di Milano, l’hub dove arriveranno le prime dosi simboliche, che sarà sotto le luci della ribalta domenica prossima.

Tra le figure in prima linea indicate come i primi a riceverlo ci sono, tra gli altri, l’operatrice Oss Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta, entrambe impiegate al Niguarda. Tra primi i medici invece ci sono Fabrizio Pregliasco, Massimo Galli, Giuseppe Remuzzi, Antonio Pesenti, Sergio Harari, Annalisa Malara, l’anestesista che intuì cosa avesse Mattia, il paziente 1, e rompendo i protocolli chiese il tampone. Con loro anche Giuseppe De Donno a Mantova e Raffaele Bruno a Pavia.

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