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Tensioni USA Cina: anche il produttore cinese di droni DJI è stato bandito

Gli Stati Uniti hanno inserito il produttore cinese di droni DJI nella famosa “Entity List” che proibisce a chi che ne fa parte di avere rapporti commerciali con aziende statunitensi. Non essendo accusata come Huawei di collaborare col governo cinese, l’azienda non sarà costretta a interrompere le proprie vendite negli USA.
Tensioni USA Cina: anche il produttore cinese di droni DJI è stato bandito
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Il Governo degli Stati Uniti d’America ha inserito ufficialmente DJI nella “Entity List” che proibisce a chi che ne fa parte di avere rapporti commerciali con aziende statunitensi. Il produttore di droni, tuttavia, non è accusato di collaborare con il governo cinese, motivazione che invece ha portato i ban che hanno colpito Huawei e ZTE. L’azienda rassicura, le vendite continueranno!

Anche DJI è stata inserita nella blacklist creata dal Governo USA. Si vociferava già da tempo di un possibile ban nel Paese, questo ha permesso a DJI di preparare una rapida risposta nella quale ha assicurato ai clienti americani che potranno ancora acquistare i prodotti del brand come di consueto.

Nonostante, dopo quello accaduto a Huawei, l’inserimento nella Entity List venga visto come un’enorme tragedia che può portare alla morte di un’azienda, sembra che DJI non sia stata colpita così duramente. Il brand assicura ai clienti sul suolo americano che i propri droni, gimbal e accessori rimarranno ancora disponibili all’acquisto. Non è ancora chiaro se il governo degli Stati Uniti sia d’accordo con questa interpretazione.

L’aggiunta di DJI alla lista nera del Governo americano, tuttavia, arriva con motivazioni diverse rispetto a quelle che hanno portato all’inserimento di Huawei. La motivazione ufficiale non è direttamente legata alle presunte attività di sorveglianza della Cina ma all’aver permesso violazioni dei diritti umani nel proprio Paese d’origine, attività contrarie alle politiche estere statunitensi.

Assieme a DJI è stata inserita nella blacklist anche SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corporation). Quella che poteva apparire come un’ancora di salvezza per Huawei dopo aver perso l’accesso ai chip Qualcomm ed alle fonderie TSMC sembra essere coinvolta nelle attività del governo cinese, anche se non sono ancora state presentate pubblicamente delle prove a sostegno di tutto questo.

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