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San Gennaro, il sangue resta ancora solido: “Si è infastidito dopo la iattura di De Luca per il 2021”

Ancora un grumo duro e compatto di colore tendente al marroncino, alla messa delle 12.  Adesso si spera nell’ultima “santa" invocazione, quella della 18.30, che sarà anche l’ultima messa celebrata dal cardinale Sepe prima del cambio di guardia con il nuovo prelato, Domenico Battaglia

di Januaria Piromallo

La notizia è rimbalzata subito sui social dopo la messa delle 9. La malaugurante notizia è stata data all’abate della Cappella di San Gennaro del Duomo di Napoli, monsignor Vincenzo De Gregorio: “Per ora il miracolo non si è rinnovato. Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte il sangue era solido e rimane assolutamente solido“.

Mi metto in contatto subito con autorevole rappresentante della Delegazione di San Gennaro (mi chiede e io rispetto il suo anonimato): “Il distanziamento sociale non ci impedisce di essere molto vicini l’uno con l’altro nella preghiera”. Ancora un grumo duro e compatto di colore tendente al marroncino, alla messa delle 12. Adesso si spera nell’ultima “santa” invocazione, quella della 18.30, che sarà anche l’ultima messa celebrata dal cardinale Sepe prima del cambio di guardia con il nuovo prelato, Domenico Battaglia.

Peppino, vende cornetti di plastica all’angolo di Via Costantinopoli e dà la sua versione dei fatti: “San Gennaro si è sfastidiato ieri dopo la iattura di De Luca, niente feste e cenoni o sarà un inizio 2021 terribile. O’ governatore si sente ‘o padretern in terra… E faccia gialla ha voluto fargli un dispetto”. Per chi non avesse familiarità con il dialetto napoletano faccia gialla è riferita al busto d’oro zecchino sotto la mitra scintillante di pietre preziosissime in confronto la tiara della regina d’Inghilterra sembra ‘na coserella da cenerentola.

Il miracolo di San Gennaro, una storia infinita di fede e pregiudizi cominciata nel 305 d.c. con la decapitazione dell’allora vescovo Gennaro. Catturato perché cristiano, non sconfessò la sua fede e la lama del boia gli tagliò la testa. Il sangue del martire fu raccolto in due ampolle e il 16 dicembre fu aggiunto come data nella venerazione delle reliquie solo successivamente, nel 1631, giorno in cui grazie all’intercessione del Santo cessò l’eruzione del Vesuvio. Da allora si ripete il “miracolo” della liquefazione del sangue, oltre alle canoniche date del 19 settembre e della prima domenica di maggio, giorno della sua decollazione. Il sangue non si sciolse l’anno del colera e l’anno del terremoto. Si prega e si spera che non si debba aggiungere l’annus horribilis del Covid. Allora sì che sarebbe un cattivo presagio. Sul web intanto circola la battuta di Massimo Troisi: “San Gennaro nu me’ fa cambiare parrocchia”. Rivisitata: “Sant’Ambrogio mettici tu una buona parola”.

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