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Parlo da insegnante: la più grande soddisfazione è lasciare qualcosa ai propri studenti

Parlo da insegnante: la più grande soddisfazione è lasciare qualcosa ai propri studenti
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Gli insegnanti stanno pagando un prezzo alto nella pandemia: parecchi si sono ammalati, molti hanno dovuto imparare nuove tecniche, inventarsi una nuova pedagogia, mantenere tra mille difficoltà quel rapporto stretto con la classe che è fatto di quotidianità in tempi che hanno ben poco di routine quotidiana.

Per un insegnante la più grande soddisfazione è avere lasciato qualche seme negli allievi, e a volte non si sa davvero cosa resta di quel tempo passato insieme. Giuliana Bonacchi Gazzarrini lo sa, perché più di cento ex allievi si sono radunati al Valiani, caffè storico di Pistoia, per festeggiare i suoi novant’anni.

Ma la cosa bellissima è che non è stato uno di quegli incontri tra reduci in cui si ricordano scherzetti, amori liceali, penose interrogazioni. Uno degli organizzatori, Maurizio Baldi, a nome di tutti le ha chiesto di fare loro lezione. Non di interrogare. “Posso scegliere io l’argomento?” ha chiesto timidamente la prof. E per un’ora ha parlato di Leopardi. In classe non volava una mosca, questi studenti di mezza età erano consci di partecipare a un rito: quello della vera educazione.

Un’ altra storia: Simone Frasca è un noto autore di libri per ragazzi, scritti e disegnati, che ama fare laboratori con i bambini delle elementari. A me ha fatto pensare alle incursioni di Gianni Rodari nella scuola per accendere la fantasia dei bambini. Ed ecco che gli è successo, lo trovo su Facebook.

E siccome Simone Frasca è stato mio allievo al liceo e gli ho fatto pubblicare i primi disegni su La Rivolta degli straccioni, sconosciutissima rivista underground della Lucca beat, mi sento orgoglioso anche io.

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