Il 10 dicembre è morto di Coronavirus a 65 anni Lucio Moderato, psicologo e psicoterapeuta, uno dei massimi esperti italiani di autismo. Viveva a Milano e amava ripetere che “l’autismo non è una malattia ma una condizione”. Moderato era nato a Sacile, in Friuli Venezia Giulia, con una tetraparesi spastica sin dal primo giorno di vita. Diventato negli anni un punto di riferimento importante per le persone autistiche e le loro famiglie, è stato anche professore all’Università Cattolica di Milano e direttore dei servizi diurni di Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Mi). Nel 2017 è stato insignito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella della carica di Cavaliere della Repubblica per meriti scientifici e umanitari, in particolare per il suo metodo di approccio globale alle disabilità intellettive a cui oggi tante strutture dedicate fanno riferimento e traggono ispirazione.

Un grave lutto ha colpito Sacra Famiglia: è mancato, dopo aver lottato contro il Covid, il professor Lucio Moderato,…

Pubblicato da Fondazione Istituto Sacra Famiglia su Giovedì 10 dicembre 2020

Nella sua vita con umanità e competenza ha assistito centinaia di famiglie con figli con autismo. Benedetta Demartis, presidentessa dell’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici (ANGSA) commenta a Ilfattoquotidiano.it la prematura scomparsa: “Moderato aveva una personalità carismatica e molto ironica, forse per supplire a un problema fisico abbastanza importante. Ma proprio quella sua disabilità lo aveva reso molto determinato a superarla e gli rendeva facile rapportarsi con chi aveva caratteristiche molto diverse dalle sue (come l’autismo) ma altrettanto condizionanti nella vita di tutti i giorni”. Nel 1980 si è laureato in psicologia a Padova con una tesi di laurea innovativa per quei tempi intitolata “Integrazione lavorativa dei soggetti portatori di handicap”, ottenendo come voto finale il 110 e lode. Un pioniere e studioso, sempre pronto ad approfondire le conoscenze in particolare sulle disabilità intellettive. “Moderato oltre 20 anni fa ha iniziato a parlare in Italia di autismo e dei trattamenti terapeutici di tipo educativo – comportamentale idonei per migliorare questa condizione”, dice la numero uno di ANGSA, “mentre intorno a lui, vari professionisti come i neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti e psicomotricisti, ancora erano legati a una visione dell’autismo che vedeva questo disturbo come derivante da un rapporto relazionale difettoso tra madre e figlio: madre anaffettiva che causava l’autismo nel bambino. Grazie a lui c’è stata una svolta positiva”.

L’autorevolezza gentile di Moderato si diffonde tra le associazioni e i diversi enti che, a vario titolo, hanno un rapporto diretto con le persone disabili. Viene invitato a centinaia di convegni, anche molti all’estero, diventa il simbolo italiano dell’impegno per la consapevolezza e inclusione dei soggetti con autismo. Poneva l’accento sulle possibilità degli autistici e non sui loro deficit. Moderato, ad esempio, è stato tra i primi a capire che l’autismo fosse un disturbo del comportamento e non una patologia. “Mi ha sempre colpito in lui la caparbietà e l’ostinazione con cui cercava di insegnare qualcosa anche agli adulti con autismo che per altri esperti erano casi irrecuperabili – racconta Demartis – .Con i casi più difficili riusciva comunque a trovare il modo di migliorarli, dando loro nuova dignità. E questa speranza, per noi genitori è stato il regalo più grande che ci ha lasciato”. La sua passione lo ha spinto a individuare una serie di modelli virtuosi che definiscono specificamente che cos’è l’autismo e che permettono di creare dei percorsi a beneficio di migliaia di soggetti autistici, migliorando in maniera significativa gli effetti della loro condizione. “Cosa lascia agli autistici e alle famiglie? La sua grande esperienza con i bambini e adulti con autismo ci ha permesso di far raggiungere ai nostri figli traguardi a volte impensabili”, spiega la presidentessa dell’ANGSA, “la sua formazione di altissima qualità portata a migliaia di educatori, insegnanti, specialisti e familiari è una grande eredità che continuerà anche in futuro a dare i suoi frutti”.

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