Secondo l’ultimo report della prestigiosa società di studi di mercato Strategy Analytics, il produttore cinese Xiaomi si sarebbe sostanzialmente preso l’Europa, scalzando la connazionale Huawei dal podio, dove fino allo scorso anno occupava stabilmente il secondo o il terzo posto: una crisi del colosso cinese dovuta con molta probabilità anche alle vicissitudini legate all’embargo posto dagli Stati Uniti che, tra le altre cose, vieta agli smartphone Huawei di poter utilizzare i servizi Google, compreso il Play Store. Un divieto che ha indubbiamente pesato molto sulle scelte dei consumatori, soprattutto per quanto riguarda gli smartphone dalla fascia media in su, in cui gli utenti sono giustamente più pignoli e pretenziosi.

Il risultato è basato sui dati di vendita dei primi cinque mercati europei più importanti per volumi realizzati, ossia Italia, Francia, Spagna e Regno Unito, in cui Xiaomi fa particolarmente bene, conquistandosi appunto il podio e in parte Germania, dove il giovane brand cinese è andato comunque molto bene, pur non sfondando come negli altri.

Si tratta di un risultato nel complesso assai positivo per Xiaomi, brand in gran parte sconosciuto in Europa prima di quest’anno. Xiaomi, infatti, aveva in genere una quota di mercato compresa tra lo 0 e il 2% all’inizio del 2019 nei principali mercati europei. Nel terzo trimestre del 2020, tuttavia, Xiaomi è salita al primo posto assieme a Samsung in termini di quote di mercato in paesi come la Spagna, conquistando però in molti altri un solido secondo posto, ora alle spalle del colosso coreano, ora di Apple, diventando più popolare di Huawei.

Ora bisognerà vedere che politiche adotterà Xiaomi per consolidare il suo nuovo predominio e, soprattutto, se con l’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, persisterà ancora l’attuale situazione di tensione tra Stati Uniti e Cina, che penalizza appunto Huawei.

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