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Calabria, Gratteri apre un’indagine sulla gestione dell’emergenza Covid in Regione. L’ex commissario Cotticelli in procura

Il fascicolo è al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, ma l'obiettivo degli investigatori è capire se ci siano responsabilità nell'inserimento della Calabria in zona rossa, dopo che la Regione si è trovata impreparata di fronte alla seconda ondata
Calabria, Gratteri apre un’indagine sulla gestione dell’emergenza Covid in Regione. L’ex commissario Cotticelli in procura
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Dopo le polemiche, il mancato piano anti-Covid e il terzo commissario alla sanità in dieci giorni, in Calabria la procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri ha aperto un’indagine sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Regione. Per ora il fascicolo è senza ipotesi di reato e senza indagati, ma contiene già diversi atti a disposizione degli inquirenti. A partire da quelli forniti direttamente dall’ex commissario Saverio Cotticelli, il generale rimosso dall’incarico dopo aver scoperto davanti alle telecamere di Titolo V (Rai3) di essere lui a dover realizzare il piano anti-Covid elaborato a inizio estate. Come aveva ampiamente annunciato, Cotticelli si è presentato in procura per fornire tutta la documentazione di cui è in possesso.

Nel frattempo Gratteri ha già incaricato la guardia di finanza di raccogliere tutto il materiale necessario per capire se ci siano responsabilità nell’inserimento della Calabria in zona rossa. Una decisione dettata soprattutto dalla situazione negli ospedali, fronte su cui poco si è fatto in vista della seconda ondata del coronavirus. Sul tavolo degli investigatori è arrivato pure l’esposto presentato dai rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil. Un dossier che “ricostruisce tutta la sequenza dei passaggi compiuti da istituzioni e autorità competenti (governo, Regione Calabria, Commissario ad acta per il Piano di rientro dal deficit) dall’inizio della pandemia e richiama i nostri interventi, i tentativi di dialogo, le prese di posizione, la manifestazione dell’8 luglio davanti alla Cittadella della Regione Calabria, l’incontro dell’8 settembre con il Ministro della Salute e quanto abbiamo messo in atto sino ad oggi per evidenziare come la situazione stesse precipitando e fosse necessario assumere personale sanitario per colmare i troppi vuoti, potenziare i posti letto in terapia intensiva e nei reparti insieme all’assistenza domiciliare ai malati Covid, fare chiarezza sui preoccupanti ritardi nel processare i tamponi“.

Nell’esposto si punta il dito anche contro le presunte responsabilità delle Asl, due delle quali sono commissariate per sospette infiltrazioni della ‘ndrangheta. I sindacalisti Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo hanno confermato di aver “incontrato il procuratore Nicola Gratteri, che ringraziamo, insieme ai suoi collaboratori, per la disponibilità dimostrata, e presentato un esposto-denuncia”. Dopo l’intervista tv a Cotticelli, infatti, a loro parere “è necessario che sia fatta luce su responsabilità, negligenze e inadempienze che, sommandosi alle già gravi criticità del sistema sanitario regionale, hanno fatto precipitare la Calabria, in piena seconda ondata della pandemia da Covid-19, in una situazione molto preoccupante che appare ad un passo dal crollo“.

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