L’ultima puntata del Grande Fratello ci ha lasciato tre importanti notizie. Le prime due sembrano un ossimoro: Stefano Bettarini è stato buttato fuori perché ha bestemmiato Dio e Paolo Brosio eliminato perché lui Dio lo ha lodato. Della terza parleremo più avanti, ma ora vorrei concentrarmi su Paolo Brosio.

Raccontiamo i fatti: Paolo Brosio entra nella “casa” e quasi subito perde il, per lui, prezioso anello dell’Ave Maria. Non so cosa sia questo anello, ma per Paolo è stata una scomparsa grave, al punto che, invece di confidare nel famoso detto “la casa nasconde, ma non ruba” ha iniziato un rito propiziatorio al placare la divinità della sfiga e al ritrovo del prezioso anello. Nella cerimonia era coinvolta solo una coinquilina della “casa”: la sedicente credente, e imbarazzante concorrente, contessa Patrizia De Blanck.

Il protocollo consisteva in un’invocazione a Sant’Antonio, il santo che fa ritrovare gli oggetti scomparsi e tre Ave Maria. Questo nel silenzio della notte del Gf. Tutto è filato liscio durante l’invocazione a due a Sant’Antonio: “Sant’Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quel che mi manca!”. La recita a squarciagola delle tre Ave Maria ha invece provocato grandi proteste dei coinquilini e cercavano di dormire e il severo rimprovero del conduttore Alfonso Signorini: “La fede è un fatto privato e come tale va vissuto”. Cosa c’è di più privato di una “casa”?

Comunque, pochi giorni dopo arrivano le nomination e l’eliminazione del povero Paolo Brosio con solo il 3% dei favori. A parte il fatto che in passato ho lavorato con Paolo Brosio e ne ho apprezzato simpatia e fragilità, questa eliminazione – anzi, questo fallimento del tentativo di evangelizzazione della casa del Grande Fratello – mi è spiaciuta, perché è un’occasione mancata.

E’ vero che il proselitismo di Brosio sa un po’ di superstizione, ma anche se gli inquilini della “casa” del Gf non credono alla moltiplicazione dei pani e dei pesci e alla maternità di una vergine, questo nuova ventata di vecchi valori avrebbe portato le novità di cui il format ha tanto bisogno. Soprattutto alla luce della terza importante notizia: probabilmente il Grande Fratello arriverà al Natale! Ma come può essere il Natale in casa del Grande Fratello senza qualcuno che ne difenda i valori?

Se fosse rimasto Brosio avrebbe sicuramente richiesto l’arrivo di un prete per la benedizione della casa, il quale avrebbe distribuito immaginette di Santa Chiara, santa protettrice della televisione. Il prete si sarebbe impossessato del confessionale dove gli abitanti della casa avrebbero potuto finalmente confessare il loro vero struggimento interiore: “Padre, ho paura di non essere famoso”. “Non ti preoccupare, pecorella smarrita, anche se non sei famoso Dio ti vuole bene”.
I ragazzi e le ragazze della casa, invece di stare accasciati tutto il giorno sul divano, avrebbero preparato l’albero di Natale, gli addobbi e un bel presepe vivente con lo stesso Brosio nella parte del Bambin Gesù.

E poi, a Natale, la Messa di mezzanotte, con tuffo finale in piscina dopo la benedizione. E il pranzo di Natale, tutti insieme uniti nell’amore universale, ben diverso dalla ricerca dell’amore meschino di coppia, spesso praticato, nella “casa”, “pasticciando” sotto le coperte. Come ospite sorpresa, invece di Fabrizio Corona, un povero rimasto senza lavoro per colpa del Covid, per il quale viene aggiunto un posto al desco. E un invito ai vicini di casa per il taglio del panettone e un bel brindisi con lo spumante. E poi tutti insieme a cantare “Tu scendi dalle stelle”.

Che bello sarebbe stato. Che esempio diverso avrebbero dato a una nazione alla disperata ricerca di valori che diano la forza di superare questa crisi epocale. Però, purtroppo, Paolo Brosio non c’è più. Peccato. Non per lui. Paolo dalla “casa” è uscito contento, perché, grazie all’invocazione di Sant’Antonio, ha ritrovato l’anello dell’Ave Maria.

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