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Coronavirus, l’allarme dei medici ospedalieri del Piemonte: “In Regione serve un lockdown totale, prevedibile collasso del sistema”

La Segreteria Anaao Assomed regionale scrive al ministro Speranza, al presidente Stato-Regioni Bonaccini e al governatore Cirio chiedendo di varare al più presto misure restrittive. "Il trend dei contagi è assimilabile alla curva di saturazione sia delle degenze ordinarie che delle unità di terapia intensiva". Regione al lavoro per una nuova ordinanza su scuole e trasporti
Coronavirus, l’allarme dei medici ospedalieri del Piemonte: “In Regione serve un lockdown totale, prevedibile collasso del sistema”
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Una situazione “tra le più problematiche a livello nazionale”, tanto da provocare nel breve periodo “il collasso del Sistema sanitario regionale”. Per i medici ospedalieri del Piemonte, la Regione è a un passo dal baratro. Perciò è “necessario introdurre un lockdown totale” su tutto il territorio regionale. Lo sostiene la Segreteria Anaao Assomed Piemonte, l’associazione maggiormente rappresentativa dei medici ospedalieri, in una lettera inviata al ministro della Salute Roberto Speranza, al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e al governatore Alberto Cirio. “La seconda ondata della pandemia di Sars-Cov 2 si sta rivelando peggiore della prima”, si legge nella missiva. “L’Europa è il continente che vede la metà di tutti i contagi mondiali. L’Italia non fa eccezione”. Specie in Piemonte, dove “la crescita esponenziale dei casi nelle ultime settimane ne è palese ed inconfutabile dimostrazione“.

I medici sostengono che “il trend dei contagi è assimilabile alla curva di saturazione sia delle degenze ordinarie che delle Unità di terapia intensiva – si legge nella lettera -. Abbiamo assistito al fallimento del tracciamento dei contatti sia per l’approccio metodologico errato (utilizzo dei test molecolari rispetto agli antigenici rapidi ai fini di screening), sia per la scarsissima organizzazione dei servizi preposti e la totale assenza di programmazione da maggio ad ottobre“. Il Sistema, dicono, “si è fatto trovare colpevolmente impreparato“. Di qui la richiesta di lockdown, “consapevoli che tutte le misure restrittive causeranno un pesante danno economico con ripercussioni sociali, di cui bisognerà chiedere conto ai decisori politici, ma riteniamo che sia prioritario in questa fase critica salvaguardare la salute dei concittadini che in questo momento è messa seriamente a repentaglio”.

Proprio in queste ore il governatore Cirio sta lavorando a una nuova ordinanza restrittiva, anche se per ora il lockdown sembra fuori discussione. L’ipotesi è quella di introdurre la didattica a distanza al 100% alle superiori a partire da lunedì, abbassare la capienza di autobus e tram al 50% e portare lo smartworking dei dipendenti regionali al 75%. Il provvedimento, fa sapere lo staff del presidente, dovrebbe essere firmato in serata. “Sono quattro giorni che in Piemonte la curva del contagio è piatta. La possibilità di un nuovo lockdown è proporzionale alla nostra capacità di rispettare le regole”, ha chiarito Cirio. “Tutto dipende da come uno si comporta, dobbiamo limitare i contatti che non sono essenziali, dobbiamo indossare la mascherina e tenere le distanze dalle persone che non sono nostre conviventi”.

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