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Da Mattarella medaglie d’oro al Valor Civile a Willy e don Malgesini: ‘Luminosi esempi di generosità e fratellanza per nuove generazioni’

Il Quirinale ha scelto di dare il riconoscimento al 21enne ucciso a Colleferro perché "luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico". Il parroco, invece, in tutta la sua vita ha trasmesso "uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile"
Da Mattarella medaglie d’oro al Valor Civile a Willy e don Malgesini: ‘Luminosi esempi di generosità e fratellanza per nuove generazioni’
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito la medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria di Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte a Colleferro, e a don Roberto Malgesini, il sacerdote che si occupava dei poveri e senzatetto ucciso a Como da una persona già sotto la sua assistenza.

Ad annunciare la decisione è stato lo stesso Quirinale con una nota. Per quanto riguarda Willy, dalla Presidenza della Repubblica motiva la decisione, arrivata su proposta del ministero dell’Interno, spiegando che “con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione”. Il Quirinale ha poi ricordato che il ragazzo, “mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita. Luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio”.

Le motivazioni sulla scelta di don Malgesini, invece, sono legate alla lunga attività a sostegno delle persone più in difficoltà e vulnerabili. “Con generosa e instancabile abnegazione – si legge nella nota del Quirinale – si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno”. Ed è proprio svolgendo questa sua attività, alla quale aveva dedicato tutta la vita, che è stato ucciso: “Mentre era intento a portare gli aiuti quotidiani ai bisognosi – prosegue la motivazione -, veniva brutalmente e proditoriamente colpito con numerosi fendenti, fino a perdere tragicamente la vita, da un uomo al quale aveva sempre dato piena assistenza e pieno sostentamento. Luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile, spinti fino all’estremo sacrificio”.

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