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“H&M spiava i dipendenti, registrati dati anche sulle loro malattie”: a Norimberga multa da 35 milioni di euro per il colosso dei vestiti

Il garante della protezione dei dati di Amburgo ha condannato la società per aver violato la legge sulla privacy. Secondo l'accusa, le registrazioni della vita privata di almeno un centinaio di lavoratori erano raccolte in un sistema, accessibile a 50 manager: le informazioni riguardavano questioni sanitarie, ma anche problemi familiari o credenze religiose. La catena svedese ha ammesso le responsabilità: "Comportamenti non in linea con le nostre linee guida"
“H&M spiava i dipendenti, registrati dati anche sulle loro malattie”: a Norimberga multa da 35 milioni di euro per il colosso dei vestiti
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Sapevano se un lavoratore era malato di cancro, aveva problemi alla vescica oppure controversie in famiglia: H&M è stata condannata a pagare 35.3 milioni di euro (41,4 milioni di dollari) per aver spiato i propri dipendenti. Lo ha stabilito il garante della protezione dei dati di Amburgo: l’accusa è di aver violato la legge sulla privacy. Il monitoraggio condotta dal gruppo svedese Hennes e Mauritz ha interessato diverse centinaia di dipendenti nella città bavarese di Norimberga. Almeno dal 2014, la direzione di H&M nella sede di Norimberga ha raccolto “ampie registrazioni delle circostanze della vita privata” dei dipendenti, tra cui diagnosi di salute, problemi familiari e credenze religiose, secondo quanto dichiarato dal commissario per la privacy di Amburgo. I dettagli sono stati spesso registrati e memorizzati digitalmente in un sistema “leggibile fino a 50 altri manager in tutta l’azienda”, ha aggiunto.

La catena svedese di moda ha dichiarato che “l’incidente ha rivelato pratiche per il trattamento dei dati personali dei dipendenti che non sono in linea con le linee guida e le istruzioni di H&M”. La società si è scusata “incondizionatamente”, scrivono i media tedeschi, assumendosi il compito di risarcire i dipendenti interessati. Tutti coloro che sono stati impiegati nel centro servizi per almeno un mese da maggio 2018 dovrebbero ricevere un compenso.

Il primo esposto sul caso risale all’ottobre 2019. Secondo l’agenzia per la protezione dei dati di Amburgo, H&M non solo ha salvato dati sanitari privati ma – scrive la Süddeutsche Zeitung – anche i dati sulla condizione sociale, dai problemi familiari fino al luogo scelto per le vacanze, ovviamente senza il consenso dei dipendenti. I supervisori hanno registrato i dati dei dipendenti “in modo sistematico e dettagliato“, riferisce sempre il commissario per la privacy di Amburgo. H&M ha ammesso le proprie responsabilità e i dirigenti di Norimberga sono stati sostituiti. Secondo l’autorità per la protezione dei dati, i 35,5 milioni di euro che la società svedese deve pagare servono anche come deterrente per altre aziende.

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