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Lockdown e abbonamenti mezzi pubblici: nessun rimborso nel 30% dei capoluoghi. Caltanisetta e Agrigento più care di Milano

Lockdown e abbonamenti mezzi pubblici: nessun rimborso nel 30% dei capoluoghi. Caltanisetta e Agrigento più care di Milano
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Il rimborso per i mesi in cui l’abbonamento, già pagato, ai mezzi pubblici non è stato usato causa lockdown? Un miraggio in un caso ogni tre. Secondo le rilevazioni di Cittadinanzattiva, il 30% dei 110 capoluoghi italiani ha “lasciato a piedi” i suoi utenti, e non ha predisposto alcuna forma di ristoro per gli utenti. Questo nonostante il Dl Rilancio preveda esplicitamente il risarcimento relativo ai mesi di lockdown. In particolare, non c’è traccia di rimborsi in quasi tutte le provincie di Calabria, Sicilia e Sardegna. Ma neppure a Sondrio, Viterbo, Alessandria, Asti e Frosinone.

Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva il costo medio di un abbonamento mensile è di 33 euro con un aumento del 22% rispetto a 15 anni fa, a fronte di un’inflazione nello stesso intervallo del 20%. Per gli abbonamenti annuali (costo medio 297 euro) l’incremento è stato invece del 19%, meno dell’inflazione quindi. A Roma gli aumenti sono stati rispettivamente del 16,7% per il mensile e dell’8,7% per l’annuale. A Milano rispettivamente + 30e + 10%. Nessun aumento invece a Napoli.

Non sempre il costo maggiore coincide con efficienza, estensione e capillarità del servizio. Le tariffe mensili più alte sono infatti a Perugia (55 euro), Agrigento (52 euro) e Imperia (48 euro). Quelle annuali ad Alessandria (473 euro), Imperia (450 euro) e Caltanisetta (435 euro). Bassissime invece il costo della tessera a Vercelli (150 euro), Trani (168 euro) e Rieti (186 euro). Si tratta in ogni caso di costi bassi se confrontati con le tariffe delle grandi capitali estere dove si passa dai 500 euro di Madrid ai 750 euro di Parigi. Snervanti i tempi di percorrenza. In molti grandi centri si viaggia in media a 15 km/ora, la stessa velocità del 1700, ricorda il rapporto. E le vetture sono in media vecchie: 12,3 anni, contro i 7 della media europea.

“L’attuale situazione sanitaria impone un ripensamento nell’organizzazione del servizio, e ciò potrebbe rappresentare una grande occasione di rilancio”, spiega il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso. “Il quadro evidenziato dal nostro dossier è quello di un settore che deve essere rilanciato con forza, a partire dalla qualità del servizio, intesa anche e principalmente in termini di tutele e garanzie di partecipazione civica, purtroppo ancora troppo poche”.

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