È una corsa contro il tempo quella delle mascherine chirurgiche acquistate dal Commissario straordinario Domenico Arcuri per i docenti, il personale Ata e tutti gli allievi. A scommettere per primi sulla ricezione del materiale sono i dirigenti scolastici che ad oggi, secondo un’indagine di “Cittadinanzattiva” non ne hanno ricevute a sufficienza per le esigenze quotidiane dei docenti e degli studenti. E proprio per questo molti presidi hanno chiesto alle famiglie di portarle da casa.

La maggior parte degli istituti ha avuto un numero di dispositivi che bastano per pochissimi giorni. Eppure Arcuri e il ministero dell’Istruzione continuano in queste ore ad assicurare che ne arriveranno altre prima della campanella di lunedì: “Agli istituti di ogni ordine e grado – ha spiegato il Commissario – sono, infatti, già arrivate 41 milioni di mascherine chirurgiche. Entro il 14 ne arriveranno altre 77 milioni, una quantità sufficiente per due ulteriori settimane di lezioni. Saranno poi distribuite alle scuole primarie, sempre entro il prossimo lunedì, ulteriori 16 milioni di mascherine per i bambini, sufficienti per garantire la riapertura in sicurezza anche di questi istituti”.

Intanto a fare chiarezza in maniera ufficiale sulla questione delle mascherina, oggi, la capo dipartimento Giovanna Boda ha inviato una nota a tutti i presidi ricordando che “ciascuna istituzione scolastica riceve il quantitativo necessario a garantire la copertura del fabbisogno giornaliero di ciascun alunno e di tutto il personale scolastico”.

La comunicazione dei vertici del Ministero dell’istruzione mette un punto sulla vicenda e precisa ai presidi che devono dare le mascherine anche agli studenti. Le parole della capo dipartimento hanno avuto subito effetto, tant’è che molte scuole hanno immediatamente precisato ai docenti che i dispositivi saranno dati anche ai bambini.

Resta il problema che alla data di oggi bastano per un giorno o due. “Le mascherine – secondo l’indagine di “Cittadinanzattiva” che tra il 9 e il 10 settembre ha sentito telefonicamente 39 istituti di quattro regioni del Nord, del Centro e cinque regioni del Sud – non sono arrivate o quando ci sono, spesso acquistate direttamente dalla scuola, la quantità non è sufficiente per coprire le esigenze quotidiane degli studenti e di tutto il personale docente e non docente. In alcuni casi le mascherine le hanno spedite le Regioni, in altri le ha comprate direttamente la scuola, in altri casi ancora i genitori si sono organizzati ed hanno utilizzato il ‘fondo cassa’ degli anni precedenti. La tendenza generale è comunque quella di chiedere agli studenti di presentarsi in classe con una mascherina personale (e un’altra di riserva) e di tenere quelle in dotazione della scuola come “scorta” per le emergenze”.

A Milano, per esempio, in un istituto comprensivo per l’inizio della scuola, i ragazzi devono portarsi la mascherina da casa; la scuola ne ha qualcuna per emergenza, ma sono pochissime. Così nelle scuole di Verona, Pisa, Bari, Palermo. A Prato, invece, secondo i dati di “Cittadinanzattiva” in una primaria avrebbero risposto di non avere alcuna notizia in merito così in alcune scuole di Napoli.

Un rebus al quale solo il dirigente dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna dà una spiegazione: “Fino a dieci giorni fa ci era stato comunicato che avremmo avuto le mascherine per i docenti e solo per i ragazzi impegnati in scuola alternanza-lavoro perciò abbiamo dato indicazioni alle famiglie di venire con le proprie mascherine e di portarne una di scorta. Negli ultimi giorni è arrivata la comunicazione del Commissario e la formalizzazione del Miur è arrivata solo oggi. La nota ufficiale è quella odierna, le altre erano dichiarazioni autorevolissime ma non erano arrivate dall’amministrazione centrale. Allo stato attuale non ci sono per tutti”.

Nemmeno nella regione Lazio la musica cambia: “Le scuole le attendono – spiega il capo dell’ufficio scolastico regionale Rocco Pinneri – tra sabato e domenica. Son certo che si tratti di problemi di distribuzione che si risolveranno. In ogni caso da noi la Regione ha deciso di integrare la dotazione del Commissario per la prima settimana”.

Tutto ok, invece, in Lombardia dove la dirigente Augusta Celada spiega che “saranno prevalentemente date a studenti e adulti” . In Abruzzo la Regione ha acquistato delle mascherine decorate lavabili che stanno distribuendo ai bambini. Da Arcuri stanno arrivando in maniera graduale e per il 24 (data di ripartenza) contano di averle tutte.

Un’ultima nota arriva dal Commissario ad assicurare le famiglie che temono di trovarsi i bambini con una mascherina troppo grande per il loro viso: “I dispositivi saranno adatti per gli studenti dai sei ai 12 anni”.

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