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Colleferro, il suocero (e politico) di Gabriele Bianchi: “Il padre di mio nipote non doveva essere lì a quell’ora. Ci prenderemo gli insulti”

Salvatore Ladaga, coordinatore di Forza Italia a Velletri, è il padre di Silvia, compagna di uno dei 4 presunti assassini di Willy Moteiro Duarte, e segretaria al gruppo di Fi in Regione Lazio: "Prenderemo in faccia la m... che ci arrriverà, vicinanza e il mio rammarico alla famiglia di Willy. La violenza verbale sta pian piano arrivando anche su di noi, come personaggi politici. Purtroppo funziona così". Il capogruppo azzurro Simeone: "Drammi privati, non c'entrano con la politica"
Colleferro, il suocero (e politico) di Gabriele Bianchi: “Il padre di mio nipote non doveva essere lì a quell’ora. Ci prenderemo gli insulti”
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“Il padre di mio nipote non doveva proprio starci a quell’ora lì, con una compagna incinta. Non possiamo dire che siamo vittime, perché non posso nemmeno pensare cosa stanno passando i genitori di Willy. Ci prenderemo in faccia, con dignità, la m… che ci arriverà”. Salvatore Ladaga al telefono con Ilfattoquotidiano.it è rassegnato. Coordinatore storico di Forza Italia a Velletri, in provincia di Roma, e padre Silvia Ladaga, 28 anni, altra militante ed esponente locale azzurra. Soprattutto, Silvia è la compagna di Gabriele Bianchi, uno dei quattro presunti assassini di Willy Moteiro Duarte, il ragazzo di 21 anni ucciso a Colleferro la notte fra sabato e domenica.

Ladaga è incinta al quinto mese e mezzo, lavora come segretaria al gruppo di Forza Italia in Regione Lazio, alle dipendenze del capogruppo Giuseppe Simeone. “Silvia sta male – racconta – fino a ieri era convinta di avere al suo fianco l’uomo della sua vita. Da una parte dico che le valutazioni andranno fatte a fatti accertati, è la mia cultura politica garantista a guidarmi. Dall’altra, il padre di mio nipote non doveva proprio starci a quell’ora di notte, con a casa una donna incinta al quinto mese e mezzo”.

Il pensiero è alla famiglia del ragazzo: “Solo se si è genitori si può riuscire a immaginare il loro dolore, quello che stanno passando. Sto leggendo sui social le frasi, la violenza verbale, che sta pian piano arrivando anche su di noi, come personaggi politici. Purtroppo funziona così. Non la condivido, ma forse dall’esterno, se non con quei toni, anche io mi sarei lasciato andare a qualche aggettivo”.

Ladaga appare rassegnato. E ammette: “Prenderemo in faccia la merda che ci arrriverà, ora le cose importanti sono altre: la salute di mia figlia e di mio nipote. Possono solo esprimere la mia vicinanza e il mio rammarico alla famiglia di Willy”. Silvia è una ragazza molto attiva nel partito. Nel 2018 si è candidata al consiglio regionale del Lazio ed ha racimolato ben 5.600 voti, che per una esponente di una cittadina di provincia non sono pochi.

È stata “premiata”, come spesso succede, con un posto di lavoro in Consiglio regionale, nel gruppo di Forza Italia. “Silvia adesso è in ferie, dovrebbe tornare lunedì prossimo a lavoro. Non so cosa farà – spiega il capogruppo Simeone, che è anche presidente della commissione Sanità del Lazio – Se l’ho sentita? Preferirei mantenere queste cose riservate, sono drammi privati in cui la politica non c’entra nulla”.

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