Milano Malpensa, ore 19.35 del 22 agosto. I passeggeri in arrivo dall’isola spagnola di Minorca con il volo operato dalla compagnia Neos possono tornare liberamente a casa senza effettuare subito un tampone, nonostante la stretta imposta dal ministero della Salute il 12 agosto scorso. Cinque minuti dopo è previsto l’atterraggio di un airbus di Easyjet partito da Zante, isola greca del mar Ionio. Anche in questo caso niente test. E così accade per gli altri voli calendarizzati in giornata: l’ultimo da Tenerife all’1.55 di notte. Il motivo? Il servizio introdotto in aeroporto per contenere il contagio da coronavirus è aperto dalle 9 alle 18.30. Superata quell’ora, si legge sul sito di Malpensa, “occorrerà dichiararsi alla propria Ats entro 48 ore dallo sbarco secondo le modalità indicate sui relativi siti istituzionali”. La stessa cosa succede a Roma Fiumicino, dove il punto di accoglienza – come stabilito dalla Regione Lazio – chiude pure con mezz’ora di anticipo. Ma qui sono state previste due opzione alternative: si può tornare in aeroporto il giorno dopo, oppure usufruire dell’impegnativa gratuita rilasciata dai medici del pronto soccorso presenti h24. Con quella, poi ci si può recare in un qualsiasi laboratorio privato a pagamento.

“Le sembra che chiudere il servizio alle 18 possa avere una qualche logica?”, si chiede il docente di malattie infettive della Statale di Milano Massimo Galli, contattato da Ilfattoquotidiano.it. “Ovviamente le persone interessate sono invitate a tornare a casa e a contattare l’Asl. Ma se decidi di avere uno strumento di prevenzione non puoi arrivare a questa contraddizione. Altrimenti il sistema non è credibile“. A suo parere, i cittadini che tornano dai Paesi nel mirino del ministero della Salute per il rischio contagio rischiano pure di vivere “un’odissea” a causa della risposta tardiva dei test. A Milano Malpensa, ad esempio, le autorità chiariscono che qui non viene effettuato il test rapido come a Fiumicino: “L’esito dell’esame verrà trasmesso all’indirizzo mail personale indicato sul format, non appena disponibile (24/48 ore)”. Eppure, conclude Galli, “nel momento in cui non sei capace di organizzare un servizio, non ci fai nulla con i nuovi test rapidi”.

L’azienda Aeroporti di Roma assicura che, nonostante le postazioni Covid chiudano alle 18 come indicato dalla Regione a guida Zingaretti, le procedure vanno avanti per ore prima che siano smaltiti tutti i passeggeri. I numeri, infatti, parlano di migliaia di turisti di ritorno ogni giorno dai Paesi colpiti dall’ordinanza del governo. Prendendo a esempio i voli in programma per il 22 agosto, risulta che a Fiumicino sono previsti tre collegamenti prima delle 9 del mattino, quindici nella fascia oraria durante la quale è disponibile il servizio tamponi, dodici dopo la chiusura. Situazione non troppo diversa da quella di Malpensa. Nel capoluogo lombardo, aveva spiegato il direttore generale dell’Ats Walter Bergamaschi, a causa dei rientri dalle zone a rischio il sistema tamponi “è sotto stress“. L’obiettivo è quello di arrivare a circa 1.800 test al giorno. Solo nell’ultima settimana sono circa 20mila i viaggiatori che si sono registrati sul sito dell’autorità sanitaria milanese e che sono in attesa di essere richiamati per prenotare il tampone. Arrivati al weekend, le domande evase sono 6mila.

Articolo Precedente

“Indice Rt potrebbe essere sottostimato”. Il report settimanale dell’Iss: “Solo il 27,2% dei nuovi casi è dovuto a rientri dall’estero”

next
Articolo Successivo

Coronavirus, la città simbolo della ferocia del Covid a zero contagi. A Bergamo e provincia non succedeva da febbraio

next