Cosa resta dopo la tempesta? Lo descrive il report del centro studi di Mediobanca che tira le prime somme sui danni economici prodotti dalla pandemia. Come prevedibile il bilancio è drammatico. Due esempi contenuti nello studio rendono particolarmente bene la portata di quello che viene definito uno tsunami. Per il Prodotto interno lordo europeo è come se si fosse del tutto azzerato il contributo di due paesi come Austria e Slovacchia. Per quello italiano come se fossero sparite Puglia ed Umbria.

Volano i colossi del web, a picco l’industria automobilistica – Più nel dettaglio, spiega Mediobanca, le aziende che generano la maggior parte dei loro ricavi in Cina e Asia hanno registrato una ripresa delle vendite già a partire da aprile 2020, mentre quelle che generano la maggior parte del loro fatturato in Europa e Americhe hanno subìto forti contrazioni anche in aprile e maggio. Pur nel quadro di un impatto complessivo fortemente negativo, la pandemia ha prodotto vinti e vincitori. In particolare le aziende del comparto websoft (ossia colossi di internet come Amazon, Google o Facebook) hanno visto i loro ricavi salire di oltre il 17% nei primi 6 mesi dell’anno. Fatturati in aumento (+ 9,6%) anche per la grande distribuzione per la farmaceutica (+ 1,3%) e per l’elettronica (+ 5,6%). Tracollo viceversa per l’industria petrolifera (- 33,8%), la moda (- 28%), gli aerei (- 31,8%) e l’auto che con un meno 27% ha vissuto il semestre peggiore di sempre.

In pochi mesi volatilizzati 50 miliardi di ricavi – In Italia le principali aziende quotate a Piazza Affari hanno visto i loro guadagni scendere del 10% e fatturato ridursi di un quarto rispetto all’anno prima. In altri termini sono andati in fumo 50 miliardi di ricavi. Hanno inoltre subito un crollo della capitalizzazione complessiva di quasi 90 miliardi di euro nei soli primi tre mesi dell’anno salvo poi recuperare, almeno in parte, tra aprile e giugno quando il loro valore è risalito di 45 miliardi. La sola Eni ha quasi dimezzato la sua capitalizzazione scesa da 50 a 30 miliardi di euro. Fca è il gruppo che ha subito il calo di fatturato più forte (- 37%), seguita da Moncler (- 29%), Pirelli (- 28,5%) ed Ampifon (- 27,8%). Risalendo fino al 1993 non si trova una discesa dei ricavi di entità paragonabile.

Un’eredità destinata a durare – Guardando al futuro prossimo Mediobanca segnala come “si rafforzi l’idea che le soluzioni sperimentate in questi mesi diventino una nuova normalità“. Il riferimento è alle pratiche di lavoro a distanza, formazione via web, videoconferenze al posto dei viaggi di lavoro, l’uso di biciclette e monopattini per spostarsi in città.

Articolo Precedente

Esportazioni italiane in ripresa a giugno secondo l’Istat. Le fabbriche tedesche e francesi si rimettono in moto

next
Articolo Successivo

Effetto lockdown per il vino italiano, primo calo dell’export in 30 anni. Al via la vendemmia 2020

next