Fissa un’ora, un luogo (uno dei parchi di Prato) e poi porta una pila di libri, storie e favole per bambini, da leggere ai suoi piccoli alunni che non sono potuti tornare in classe a causa del coronavirus. Eppure l’iniziativa Prati nelle storie ideata dalla maestra di scuola materna Francesca Sivieri, è diventata un caso a Prato: la Cisl, tramite il segretario della sezione scuola di Firenze e Prato, Claudio Giunta, ha attaccato la maestra che intrattiene i bambini in un parco “non si capisce bene a che titolo e in barba a tutte le norme di sicurezza”, ma soprattutto accusandola di far passare le colleghe come “vagabonde” solo perché “stanno portando avanti il loro lavoro con le modalità ad oggi consentite dalla situazione sanitaria”.

La maestra – dopo aver letto il comunicato della Cisl in cui si attaccavano anche i sindaci di Prato e Firenze colpevoli di voler riaprire le scuole fino al 30 giugno – è rimasta molto dispiaciuta dalla presa di posizione del sindacato perché la sua iniziativa voleva solo far rivivere un po’ di “normalità” ai propri alunni e aiutare i genitori che sono tornati a lavoro senza avere qualcuno a cui lasciare i propri figli.

Ma proprio giovedì, 108 genitori di Prato hanno firmato una lettera aperta in sostegno della maestra Sivieri: “Vergogna per chi denigra senza conoscere – hanno scritto riferendosi al sindacato – Vergogna per chi mette zizzania quando dovrebbe tutelare e potenziare le lavoratrici e i lavoratori della scuola. Vergogna per chi s’indigna per le cose belle di cui sono capaci le persone”. Poi hanno difeso a spada tratta l’iniziativa: “La maestra Francesca non si è schierata contro qualcuno, ma a fianco dei suoi piccoli alunni e dei bambini in generale – si legge – Questi ultimi infatti, non avendo colore politico e non essendo iscritti ad alcun sindacato o associazione di categoria, vedono spesso calpestati i propri diritti. Molti docenti poi non si sentono affatto minacciati dal gesto di Francesca, ma lo leggono come una delle tante buone pratiche che tanti insegnanti hanno utilizzato per mantenere un filo di conoscenza e di affetto con i propri alunni”.

I genitori di Prato poi hanno anche attaccato le istituzioni per aver “abbandonato i figli”, soprattutto con “la riapertura di gran parte delle attività produttive a maggio”: “Si demanda tutto al privato o all’individuo – concludono – come testimonia la farsa dei campi estivi. Le famiglie si sentono abbandonate. Il buono babysitter, lo smartworking e le altre forme di sostegno sono palliativi di fronte alla chiusura totale delle scuole”.

Dopo il sostegno aperto di tante famiglie della città, Francesca Sivieri ha deciso di non fermarsi dopo qualche momento di tentennamento: gli incontri vanno avanti e altre maestre di Prato hanno seguito il suo esempio organizzando incontri di lettura all’aria aperta. Dal 4 giugno, le colleghe possono fissare orari e luoghi tramite la pagina Facebook “Prati nelle storie” e poi intrattenere i propri alunni ai giardini di Via Baracca, Galceti fino alle Fornaci. È una “provocazione”, dice Sivieri, ma anche “un segnale” per dimostrare che “una soluzione per la scuola si sarebbe potuta trovare”.

Twitter: @salvini_giacomo

Articolo Precedente

Trieste, l’armatore della “nave Covid” mai utilizzata presenta il conto alla Regione: chiede 246mila euro per i lavori di allestimento

next
Articolo Successivo

Coronavirus, il video degli infermieri di Bologna: “Non sono un eroe. Sono lo stesso che insulti per le attese o minacci per un codice bianco”

next