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Coronavirus, i buddisti italiani: “Pil e spread indicatori dello stato di un Paese? Segno di crisi profonda. Impariamo dalla pandemia”

Al centro della tavola rotonda organizzata dall'Unione buddisti italiani l'urgenza di una nuova visione su politiche sociali, mondo dell’impresa e ambiente dopo Covid-19. "Non possiamo circoscrivere i rimedi a un vaccino o a una manovra. Economia e ambiente sono legati"
Coronavirus, i buddisti italiani: “Pil e spread indicatori dello stato di un Paese? Segno di crisi profonda. Impariamo dalla pandemia”
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La pandemia di coronavirus sia lo slancio per “ripartire da una visione sistemica in cui le politiche sociali, il mondo dell’impresa e dell’economia, l’approccio al tema della tutela ambientale, nuovi paradigmi educativi possano attingere dalla nostra filosofia. Se continueremo a utilizzare come unici indicatori dello stato di un paese il Pil o lo spread è segno che stiamo ancora vivendo una crisi profonda del senso dell’esistere”. Filippo Scianna, presidente dell’Unione Buddhista Italiana – che riunisce tutte le tradizioni presenti in Italia – tratteggia le possibilità offerte dalla pandemia, che ci dà “un’occasione di riflessione profonda sulla riscoperta del valore della vita”, ha detto nel corso della tavola rotonda virtuale “Torniamo a vivere!”, organizzata per celebrare il Vesak, festa della nascita e l’illuminazione del Buddha storico. “Nella discussione su come ripartire – ha aggiunto – non potremo circoscrivere i rimedi a un vaccino o a una manovra economica e quando diciamo che torneremo più forti di prima bisogna dirsi chiaramente che non eravamo per niente forti prima”.

Presenti alla tavola rotonda online, che ha messo in luce alcuni degli errori fatti fino ad ora e i propositi necessari per superare questa crisi, anche il presidente dell’Unione buddhista europea (Ube), Ron Eichorn e la giornalista ed ex presidente dei Verdi, Grazia Francescato convinta che la crisi ambientale e quella economica sono interconnesse tra loro, e che “non si può essere sani in un pianeta malato“. Passata l’emergenza non si deve, poi, puntare a tornare ad essere quello che si era prima, “ma a un dopo da costruire insieme”, ha detto Francescato, senza dimenticare che “l’idea di far ripartire l’economia ad ogni costo secondo i vecchi schemi” rappresenta un fallimento della nostra società.

È intervenuto anche lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati, secondo cui non imparare dalla pandemia “sarebbe una tragedia nella tragedia. Questa crisi ci ha insegnato il significato profondo e vero della parola libertà, intesa come solidarietà. Come ha detto il Papa, nessuno si salva da solo”. E durante il convegno uno spazio particolare è stato dedicato al mancato investimento nella scuola che secondo Recalcati “non è stata mai al centro dell’agenda di governo negli ultimi anni”. Ma se non si riporterà sotto l’attenzioni di tutti “non daremo un futuro e un avvenire al Paese – ha concluso -. Bisogna liberare la scuola dal tema esclusivo della produttività a tutti i costi, in essa si dà forma alla vita attraverso l’allargamento della conoscenza”.

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