Musica

Coronavirus, gli invisibili della musica: tecnici dello spettacolo, fonici, producer, dj. Il grido di dolore dei 200mila lavoratori intermittenti senza tutele – LE STORIE

C'è il dj che deve mantenere una famiglia e prova a reinventarsi, il tecnico del suono che pensa che il peggio debba ancora venire, il producer che racconta di colleghi "che ora fanno i rider". Il mondo della musica non è fatto solo di grandi nomi e grandi eventi. E gli "intermittenti" non stanno maturando né retribuzione, né diritti, né hanno accesso a indennità riservate ai disoccupati. FqMagazine ha raccolto alcune di queste storie

di Andrea Conti

I FONICI DI STUDIO E DEI CONCERTI: “I PRIMI A FERMARCI E GLI ULTIMI A RIPARTIRE” - 4/5

In queste settimane abbiamo ascoltato diversi concerti ‘casalinghi’ di alcuni artisti anche in diretta Instagram. Avrete notato sicuramente la differenza del suono rispetto a un live o a un disco. Dietro la pulizia del suono ci sono grandi professionisti, stimati anche all’estero. Giuseppe Salvadori è l’ingegnere del suono delle Officine Meccaniche del maestro Mauro Pagani, uno degli studi più rinomati d’Italia, dove hanno inciso artisti del calibro di Elisa, Samuele Bersani, i Muse e i Franz Ferdinand. “Siamo tutti bloccati – racconta Giuseppe –, gli studi sono chiusi e i musicisti non sono potuti venire per incidere. Prima del lockdown stavamo registrando i suoni di 30ina orchestrali. Tutti a casa. Non possiamo far nulla, mancano risposte e manca una data fino a quando tirar la cinghia per poi ripartire. I nostri studi per fortuna sono spaziosi e, nel caso, si potranno mantenere le distanze di sicurezza, ma gli altri? Ci sono tanti colleghi in difficoltà lavorative ed economiche. In queste settimane ho ascoltato la qualità della musica via social e trovo sia controproducente in questo momento fare questo tipo di operazioni, nel momento in cui c’è bisogno di far valere la categoria, a favore di arte e cultura. In questo modo diamo corda a chi in questi anni ha pensato che l’arte fosse una cosa gratuita da ‘scaricare’”. Sulle prospettive future Giuseppe è chiaro: “Ci dovremo anche noi riadattare al mercato, tra qualche mese sentiremo il vero contraccolpo discografico, perché i dischi sono trainati dal live, che per ora è un settore fermo. Il periodo più complicato verrà tra i sei mesi, con il rischio della seconda ondata di contagi”.

L’ingegnere del suono è una figura fondamentale anche per i live. Marco Monforte ha seguito i tour di Tiziano Ferro, Cesare Cremonini, Laura Pausini e Nek, per citarne alcuni. “Quella del Live – ci spiega Marco – è una grande famiglia formata da centinaia di tecnici dello spettacolo con mansioni diverse dalle luci all’allestimento del palco, dai trasporti al catering… Noi del comparto audio cerchiamo di miscelare, mixare i suoni in modo che arrivino in maniera pulita a tutto il pubblico presente”. I concerti sono bloccati, alcuni come Salmo e Ultimo hanno già annunciato lo slittamento del tour negli stadi al prossimo anno. “Aspettiamo anche noi risposte – racconta Marco -, dobbiamo sapere ‘di che morte moriremo’. Ormai questa stagione è andata, bisogna riprogrammare tutto e lavorare più avanti. Il governo non si esprime in merito, ci siamo fermati per primi e saremo gli ultimi a riprendere, aspettiamo indicazioni. Qui in Italia i lavoratori intermittenti non hanno adeguato sostegno, a differenza della Francia dove hanno anche gli ammortizzatori sociali nei momenti di difficoltà. Mancano le leggi, servono misure straordinarie. Quello che è sicuro è che finché non ci sarà vaccino, dovremo convivere con il distanziamento sociale. Questo vorrà dire, nella migliore delle ipotesi: concerti ridotti, incassi ridotti e il mercato che subirà delle conseguenze. C’è un gran numero di invisibili in questo momento, formato da tantissimi professionisti rimasti ‘per strada’, costretti a reinventarsi per portare a casa la pagnotta”.

I FONICI DI STUDIO E DEI CONCERTI: “I PRIMI A FERMARCI E GLI ULTIMI A RIPARTIRE” - 4/5
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