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Covid in Calabria, l’aprite tutto di Jole Santelli non è solo irresponsabilità. È una mossa politica

Covid in Calabria, l’aprite tutto di Jole Santelli non è solo irresponsabilità. È una mossa politica
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Il tutti liberi deciso dalla Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, è irresponsabile, pericoloso e dannoso. Nella regione governata dal centrodestra e con il vertice conquistato da Forza Italia e Lega, è già possibile prendere un caffè al bar, mangiare al ristorante, purché i tavoli siano all’aperto, curare la manutenzione della propria “barca”, spostarsi, rilassarsi in un agriturismo. Sulla base di quali dati scientifici, di quale politica preventiva (tamponi e analisi a tappeto), e di quale valutazione delle dotazioni ospedaliere a disposizione in caso di riacutizzazione dell’infezione (rianimazioni e reparti specializzati) non è dato sapere.

Giorni fa la Santelli ha messo la mordacchia ai dirigenti sanitari che non possono fornire dati e interviste ai giornali. Per il momento giustifica le sue aperture con il fatto che in Calabria ci sono pochi morti e contagi e che i calabresi sono stati bravi e disciplinati. La situazione è grave, al punto che molti sindaci anche di città importanti (Reggio e Lamezia Terme) si sono ribellati rifiutandosi di sprofondare nel libera tutti della Presidente.

Ma quella della Santelli e della sua giunta non è solo irresponsabilità. La Governatrice, evidentemente troppo sensibile ai desiderata di Salvini e dei suoi capataz calabresi, si fa punta di diamante di quelle Regioni (tutte a guida centrodestra e Lega) che vogliono distinguersi radicalmente dalle decisioni del governo di Roma. L’ex pupilla berlusconiana è il prodotto più sfacciato di quello che il meridionalista Gianfranco Viesti chiama “sovranismo regionale”. “L’idea che i cittadini siano tutelati non dal Parlamento, da leggi giuste, principi comuni, ma dai propri rappresentanti territoriali”. I governatori, questi moderni “shogun” (sempre per rifarci a Viesti), “che giocano sempre più in proprio”.

E la Santelli sta giocando in proprio e per conto terzi (Salvini) la partita che punta all’accerchiamento di Conte. Spacca il Paese, mette a rischio la salute dei suoi concittadini? Chi se ne frega. La battaglia è politica (sporca ma sempre di politica si tratta).

Dal canto loro, ai calabresi, che bravi sono stati davvero, tocca affidarsi a qualcuno dei tanti santi protettori che popolano la loro bella terra. Suggerisco Cosma e Damiano, santi sì, ma pure medici.

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