La parola spaventa risparmiatori ed eredi, ovvero chi ha qualcosa e magari molto da parte, accantonato o più spesso piovutogli dal cielo. In Italia quasi tutte le forze politiche si affannano ad assicurare i cittadini, in quanto elettori, che non vi sarà nessuna imposta patrimoniale. Ultimamente anche Romano Prodi.

Un altro esempio di come sia lontana la Germania. Non che là tutti siano d’accordo. Certamente no, ma per i tedeschi la patrimoniale non è un tabù. Vengono discusse in concreto ipotesi di prelievi, soprattutto a carico dei più ricchi, a copertura degli aiuti pubblici. Senza pudori Stefan Bach, economista del noto Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (Diw), entra nel merito su come ripartire le maggiori imposte fra addizionali sui redditi alti e appunto un’imposta sui grandi patrimoni. Anche a carico dei proprietari di piccole-medie imprese.

Eppure il loro debito pubblico è relativamente basso, circa il 60% del prodotto interno lordo (Pil). Sicuramente salirà, ma non minaccia di esplodere. La situazione italiana è molto peggiore: l’epidemia di coronavirus sarà una mazzata per la finanza pubblica. Il rapporto debito/Pil sta crescendo spaventosamente. Non aumenta solo il numeratore (debito), ma diminuisce anche il denominatore (Pil). Già il calo del Pil, previsto per ora del 9%, fa salire il debito pubblico dal 135% al 150%. Anche senza un aumento del debito, per altro scontato.

Con tutto ciò in Germania parlano senza ritegno di una patrimoniale, citando anche quella del 1952 (Lastenausgleichsgesetz) che aveva come aliquota il 50% (sì, cinquanta per cento, non è un errore di stampa), per altro scaglionato su 30 anni. Invece in Italia il minimo cenno a una patrimoniale provoca un’immediata levata di scudi.

Anzi, molti si trastullano a ribadire il proprio sdegno per il prelievo dello 0,6% sui conti correnti del 1992 del governo Amato. Un’inezia pensando a cosa capiterebbe a risparmiatori italiani in caso di default, ovvero di insolvenza del Tesoro. Questa è infatti un’altra delle poche alternative per ridurre il debito pubblico. Per chi non l’avesse capito, in tale scenario subirebbero pesanti perdite di valore anche i proprietari di immobili. Basta vedere cos’è capitato in Grecia.

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