Per colpa del Coronavirus, il mercato auto nel nostro Paese sta andando a picco. Lo avevamo anticipato qualche giorno fa, ma ora i (pesanti) numeri di marzo e le stime su quelli di aprile li dà e li commenta direttamente l’associazione dei costruttori esteri in Italia (UNRAE).

Il cui presidente Michele Crisci, senza mezzi termini ha fatto sapere che ”non ci siamo trovati mai prima d’ora in una situazione del genere. L’emergenza Coronavirus è un evento assolutamente straordinario. Nel comparto automotive in Italia a marzo registriamo un calo dell’85% rispetto allo stesso mese del 2019, con una perdita stimata di circa 350mila auto tra marzo ed aprile, rispetto a dodici mesi fa”.

Un quadro a tinte fosche, che in un periodo di stagnazione come questo (l’immatricolato tolale 2019 è cresciuto solo dello 0,29%) lascia molte perplessità sui numeri di fine anno, che sempre secondo l’Unrae saranno compresi tra 1,2 e 1,6 milioni di immatricolazioni. Complice l’attuale fermo totale dei concessionari, che il decreto governativo accredita solo per l’assistenza tecnica e non per la vendita di autoveicoli. A loro devono andare pensiero e sostegno, affinchè sia la rete che i suoi livelli occupazionali vengano salvaguardati.

”Nonostante l’evoluzione digitale e tecnologica che sta segnando un’impennata delle vendite dei beni online – ha precisato Crisci – crediamo che l’auto sia un bene acquistabile ancora solo ed esclusivamente presso una rete di vendita, prendendo contatti diretti con i rivenditori e guardando da vicino il ‘bene’ che si sta per acquistare. Insomma la rete di concessionari continua ad essere fondamentale nella ‘catena di montaggio’ dell’automotive e in tal senso soprattutto dopo questo periodo di emergenza cercheremo di offrire ai rivenditori tutto il supporto necessario affinché possano risollevarsi”, conclude Crisci.

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