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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 11:46 del 16 Marzo 2020

Coronavirus, non ci sono più mascherine: la Protezione Civile di Monza e Brianza ne assembla 7mila a mano in un weekend

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Settemila mascherine artigianali prodotte a mano in un weekend per sopperire alla mancanza di quelle ufficiali. È quanto hanno fatto i volontari della Protezione di Monza e Brianza su iniziativa di Luca Villa, comandante di Monza Soccorso, dandosi il cambio in una lunga staffetta solidale per realizzare i dispositivi di protezione facciale da donare alla Croce Rossa e da usare loro stessi. Un’azienda del Veneto ha donato tremila metri di tessuto usato per gli indumenti da sala operatoria, un mix di carta cellulosa e poliestere. Poi un’altra azienda della Brianza ha dato invece milleduecento metri di elastico usato per le mutande, e alcuni negozianti invece spillatrici e zanchette, ne servono 10 per ogni mascherina prodotta.

“Questa iniziativa nasce da una mia idea e il progetto viene portato avanti con il materiale che sono riuscito a recuperare dai fornitori della mia azienda”, racconta a Ilfattoquotidiano.it Luca Villa, comandante della Protezione Civile Monza Soccorso. “Queste mascherine che realizziamo noi a mano sono ad uso esclusivo dei volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa perché non si tratta di vere mascherine certificate, ma piuttosto di pezze per coprire il viso. Sappiamo che non ci proteggono dal coronavirus ma purtroppo abbiamo in dotazione così pochi pezzi di quelle brevettate, soprattutto poi i soccorritori delle croci, quelli che sono più a contatto con le persone infette o potenziali contagiati”.

In tre giorni di lavoro i volontari hanno esaurito tutto il materiale, trasformandolo in dispositivi di protezione individuale, realizzando circa 50-60 mascherine a cinque pieghe ogni 15 minuti, per un totale di 3000 – 3500 al giorno, tutte già distribuite.

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