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Sanremo 2020, bravi Amadeus e Fiorello a puntare sull’autoironia. La battuta migliore però l’ha fatta Rula Jebreal

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Premessa: scrivo queste righe sul meglio e il peggio della prima serata sanremese al buio. Senza conoscere gli indici di ascolto che influenzano, se non i giudizi, il clima in cui li si esprime. Lo so che si dovrebbe fare sempre così, ma in realtà capita raramente. Questa volta è capitato.

Dunque, la cosa migliore di ieri sera è stata la capacità di autori e conduttori/trici di assorbire l’infinita serie di ben note polemiche sorte nei giorni precedenti e trasformarle in spunti comici. Fare finta che non fosse successo nulla sarebbe suonato un po’ ipocrita, affrontarle di petto controproducente. La strada scelta, quella dell’autoironia, dello sfottò nei confronti delle gaffe di Amadeus si è rivelata saggia e vantaggiosa.

Da lì è partito Fiorello come sempre bravissimo, sia nelle vesti del prete pacificatore, sia nella parte dell’amico interpretata con la sua dote migliore, la spontaneità. Da lì sono nate le sue battute più divertenti sulla Rai e sulla politica (a Sanremo chi entra Papa esce Papeete). Ma che quella sia stata la mossa vincente lo ha dimostrato non tanto Fiorello, della cui natura spiritosa non si può dubitare, ma Rula Jebreal, che bella e intelligente è di certo ma non mi pare particolarmente incline allo scherzo. Sua invece la battuta migliore della serata, quando per presentarsi al pubblico ha suggerito ad Amadeus di “fare un passo in avanti”. Come seppellire in un secondo e quattro parole tutte le polemiche dei giorni precedenti.

La nota stonata vi potrà sembrare una pignoleria ma visto che parliamo di televisione non si può trascurare. Nell’ambito di una regia sicura e gradevole con qualche spunto di originalità su cui torneremo nei prossimi giorni ci è scappato il pasticcio. Lo ha combinato colui che, mescolato tra il pubblico, ha il compito di far partire gli applausi. Che questa figura esista in tutti gli spettacoli con pubblico in studio è cosa nota. Ma vederla inquadrata non è mai bello. Se poi la sua gestualità è particolarmente vistosa, forsennata come è accaduto ieri sera nel loggione, la faccenda diventa proprio imbarazzante, tutto appare finto. Tanto più che non era il caso di affannarsi: il pubblico con Fiorello si diverte davvero, senza che nessuno glielo chieda. Saranno quisquilie ma è meglio evitarle, nelle prossime serate.

Poi ci sarebbe una questione più ampia. Nel momento centrale della serata, tra le 11 e mezzanotte, quando prima Diletta Leotta e poi Rula Jebreal hanno recitato i loro attesi e non banali monologhi e si è presentato sul palco tutto il cast del film di Gabriele Muccino, ebbene in quell’ora di piacevole spettacolo le canzoni in gara hanno occupato sì e no dieci minuti. Forse un po’ poco per un festival della canzone. Ma questa è una vecchia storia e la discuteremo un’altra volta.

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