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Ultimo aggiornamento: 19:23 del 4 Febbraio 2020

Regeni, i genitori: “Fico fu il primo a chiamarci. Salvini mai incontrato. Di Maio? Permise ad al-Sisi di dire ‘Giulio uno di noi’, fu doloroso”

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Prima il presidente della Camera, Roberto Fico, poi l’ex vicepremier Matteo Salvini e ancora il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex ministro degli Esteri, Moavero Milanesi e l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. Nelle oltre tre ore di audizione in Commissione bilaterale parlamentare che sta indagando sulla morte di Giulio Regeni, i genitori del ricercatore italiano, Claudio Regeni e Paola Deffendi, assieme alla loro legale, hanno ripercorso questi quattro anni ma anche fatto il punto degli incontri politici durante gli ultimi esecutivi guidati da Giuseppe Conte.

Innanzitutto il colloquio con l’ex Alta rappresentante per gli Affari europei Federica Mogherini “non è stato illuminante”, spiega la madre. Tanto che “alla richiesta di fare un foto abbiamo detto no”. “Il ministro e vicepremier Salvini non lo abbiamo mai incontrato”, continua. Roberto Fico, invece, “rispetto agli altri è stato il primo che si è proposto di chiamarci”. “A giugno del 2018 vediamo Moavero Milanesi e lo stesso giorno il premier Conte. All’interno di quell’incontro ci rendiamo conto che spesso le persone che andiamo a incontrare nel governo non hanno ben chiaro chi sia Giulio, un ricercatore che non vuol dire studente, né giornalista né blogger. Questo è gravissimo”, dice ancora Paola Deffendi. “Il 30 agosto del 2018 Di Maio va al Cairo e permette ad al-Sisi di dire che ‘Giulio era uno di noi’. Una cosa per noi molto dolorosa e terribile”. Un episodio ricordato in contrapposizione con il comportamento del presidente della Camera Fico, l’unico che, dicono, “si è recato al Cairo”solo per Giulio” e per il quale hanno usato parole di riconoscenza. Infine i coniugi parlano dell’ultimo incontro con l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, del 6 ottobre 2019: “Ci siamo andati con il bagaglio degli ultimi quattro anni e abbiamo ribadito la richiesta di richiamare l’ambasciatore italiano al Cairo per fargli raccontare cosa ha fatto fino a oggi”.

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