Nuove sfide e vecchia scuola. La lotta alle emissioni di anidride carbonica risolta con una vettura divertente da guidare e soprattutto cittadina nella taglia, appartenente a quel segmento B che ormai sembra finito nel dimenticatoio. O almeno, nella poca convenienza dei costruttori automobilistici, obbligati come sono ad adeguare i motori a norme antinquinamento sempre più restrittive, e quindi tenuti ad investire molto fatalmente anche su vetture che per definizione dovrebbero mantenere prezzi di listino accettabili nel mondo reale.

Resiste chi riesce, come nuova Mazda 2, rielaborazione piuttosto profonda della vettura lanciata nel 2015 e che ora beneficia anche di una tecnologia Mild Hybrid più raffinata di altre. Furba comunque nel guadagnarsi i vantaggi su bollo e blocchi al traffico destinati a questa categoria di auto, ma soprattutto credibile nel mantenere quell’idea di guida “su di giri” e vecchia scuola su cui punta il marchio giapponese.

Abbiamo provato Nuova Mazda 2 nei dintorni di Atene, in una Grecia che dopo il default è diventata il palcoscenico forse ideale per il pragmatismo delle buone idee. L’economia è in ripresa, sta nascendo un tessuto di imprese e start-up che occupano con piccoli palazzi moderni i bordi delle vie a scorrimento veloce. Ma l’asfalto è grezzo e ancora fragile. Il baratro di qui è passato. L’Euro dei prestiti esteri e l’Euro 6 delle emissioni appaiono cose utili purché praticabili. Siamo nel posto giusto per guidare una vettura piacevole ma agile, perché lunga solo 4 metri: è una mobilità a cui ci stavano convincendo a rinunciare. E invece ha proprio una sua logica.

Mazda sta cambiando molto, in una strategia che la dirige verso l’ibrido e l’elettrico. Per raccontarla con una citycar ci è voluta un’estetica con dettagli nel frontale che ne aumentassero la grinta, pneumatici maggiorati e soprattutto interni ripensati per trasmettere una maggior sensazione di lusso. La nuova 2 non è una vettura economica perché mantiene lo standard proverbiale Mazda, con materiali di qualità assemblati con cura, plancia su più livelli e sistema infotainment touchscreen da 7 pollici compatibile con Apple CarPlay e Android Auto. Di serie, come i proiettori a LED, il sistema di supporto avanzato intelligente alla frenata in città ora con rilevamento notturno dei pedoni.

Il listino parte da 17.800 euro, ma la versione Exceed a quota 19.900 euro offre anche il mantenimento di corsia e l’head-up display a colori, mentre il top di gamma Exclusive, in listino a 22.500, ha tra le tante dotazioni anche interni in pelle con poltrone riscaldabili, sistema di monitoraggio dell’angolo cieco e cruise control adattativo.

A migliorare in modo netto, a prescindere dall’allestimento, è stata casomai l’insonorizzazione dell’abitacolo, il linea con la sorella maggiore Mazda 3 tanto nell’attutire i fruscii aerodinamici che le infiltrazioni acustiche della meccanica. Quella che porta la novità più interessante. Sotto il cofano sparisce qualsiasi variante a gasolio e arriva invece una nuova edizione del motore 1.5 benzina aspirato, nel taglio di potenza da 75 Cv adatto anche ai neo patentati e in quello più preferibile da 90 Cv.

Entrambi sono abbinati a cambio manuale a sei marce, ma soprattutto ad un sistema Mild Hybrid a 22,5 Volt, ovvero un piccolo propulsore elettrico che fa da motorino di avviamento e aiuta il quattro cilindri in accelerazione. La scelta contro tendenza di Mazda, tecnologicamente anche di livello, è stata invece quella di non affidarsi ad una batteria classica, ma ad un supercondensatore, cioè un circuito in grado di immagazzinare e poi rilasciare energia elettrica ad una velocità estremamente più alta rispetto ai classici accumulatori chimici, anche se in quantità molto minore, che in questo caso corrisponde ad una capacità di 0,012 kWh. L’idea è quella di un elastico energetico che rimbalza più velocemente possibile la corrente raccolta nella frenata rigenerativa al motore elettrico, che aiuta quello a benzina in ripresa o nelle ripartenze. Con più sprint.

Le sospensioni anteriori sono state regolate in modo assai più deciso rispetto alla generazione precedente e anche alla media delle (poche) citycar in circolazione, il motore da 90 Cv ha consumi dichiarati di 4.1 l/100 km ( 5,3 l/100 km ciclo WLTP ) con emissioni di CO2 pari a 94 gr/km. Su tutto, la coppia massima di 148 Nm arriva a 4000 g/min e la potenza a 6000 g/min, raccontando di una Mazda 2 da guidare necessariamente utilizzando l’ottimo cambio manuale a sei rapporti per cercare il regime giusto verso l’alto, l’allungo fino a 6.500 giri con ogni marcia, in un ritorno alla vecchia scuola che a suo modo sorprende, dal momento che si dimostra anche efficace dal punto di vista dei consumi.

C’è uno sterzo piuttosto diretto e molto consistente, il sistema G-Vectoring Plus agisce sul freno della ruota esterna per aiutare i riallineamenti in uscita di curva, e soprattutto l’esperienza è quella di una vettura che diventa più omogenea: lo stesso sistema agisce anche durante le manovre d’emergenza, per rendere più stabile la vettura dal peso di solo 1.025 kg che ci ricorda come leggerezza e agilità siano parti fondamentali nella ricerca di bassi consumi e di una generale sensazione di piacevolezza quotidiana. Se volete, usando il sinonimo giusto che è citycar.

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