A un mese dall’incriminazione per corruzione, frode e abuso d’ufficio e a tre mesi dalle nuove elezioni in Israele, il premier Benjamin Netanyahu ha deciso di avvalersi dell’immunità parlamentare. In un discorso trasmesso in diretta televisiva, il primo ministro, che non è riuscito a formare un governo dopo l’esito dell’ultimo voto, ha dichiarato: “Mi accingo a rivolgermi al presidente della Knesset Yoel Edelstein per avvalermi del mio diritto, che è anche il mio dovere e la mia missione, per restare al servizio dei cittadini di Israele”.

Dopo essere uscito largamente vincitore dalle primarie del suo partito, il Likud, che lo ha così ricandidato per la corsa al governo di Tel Aviv nonostante le vicende legali che lo hanno coinvolto, adesso il leader più longevo della storia del Paese vuole ricorrere all’immunità parlamentare per evitare di essere colpito da ulteriori scandali giudiziari, visto che si tratta del primo caso nella storia di Israele di un primo ministro in carica incriminato.

La decisione del procuratore è arrivata dopo due settimane di audizioni dei legali dei primo ministro per discutere le accuse di corruzione per tre distinte vicende. Nel cosiddetto caso 1000, Netanyahu è accusato di avere ricevuto regali sotto forma di casse di sigari e champagne da amici miliardari in cambio di favori politici. Nel caso 4000, l’accusa è di aver varato regolamenti favorevoli alla compagnia di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura a lui favorevole da parte del sito Walla, il cui editore, Shaul Elovitch, è anche maggiore azionista della società.

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