“Dopo l’approvazione della manovra, non è all’ordine del giorno dell’agenda di governo alcuna revisione né di quota cento né del reddito di cittadinanza“. La nota di Palazzo Chigi che serve a smentire la ricostruzione giornalistica de La Stampa oggi in edicola sembra essere anche una risposta indiretta alla polemica aperta ieri dalla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, di Italia Viva. La rappresentante renziana, con un’intervista a Repubblica, aveva chiesto al governo di cancellare il reddito di cittadinanza e di ridiscutere Quota 100, rispettivamente i provvedimenti spot di Movimento 5 Stelle e Lega durante il primo governo Conte. Dopo una giornata di silenzio, era stata l’ex ministra pentastellata Barbara Lezzi a rispondere alla Bellanova: “Se il reddito le fa schifo allora si dimetta e faccia cadere il governo” ha detto la parlamentare grillina.

La ricostruzione giornalistica de La Stampa, tuttavia, è andata anche oltre. Interpretando le parole del premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno, il quotidiano torinese ha parlato di un presidente del Consiglio pronto a ridiscutere con i nuovi alleati le due leggi approvate dal suo primo governo. Nella fattispecie, per quanto riguarda il reddito Conte sarebbe pronto a correggere la cosiddetta fase 2, ovvero la prospettiva occupazionale della misura (interventi su navigator, ruolo di Anpal e rapporti con gli enti locali), con il Pd che invece chiederebbe una stretta sui paletti che consentono l’accesso al sussidio. Su Quota 100, invece, a leggere la Stampa si starebbe lavorando a una riforma strutturale del sistema pensionistico in grado di superare sia Quota 100 che la legge Fornero, con una divisione netta tra lavori usuranti e no. Una ricostruzione smentita nettamente dal governo con la nota odierna, che serve anche a far intendere a Italia Viva che sui due provvedimenti non c’è spazio per modifiche né trattative.

Posizione peraltro sposata anche dal Blog delle Stelle: “Ancora una volta ci ritroviamo a leggere notizie infondate che riguardano il Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Chiariamo subito una cosa: per il MoVimento 5 Stelle queste due misure non si toccano e non ci sarà nessuna modifica fino a che saremo al Governo” si legge sul sito. “Abbiamo finalmente dato speranza e dignità a milioni di cittadini che per anni sono stati completamente abbandonati dalla politica, abbiamo dato ad anziani e famiglie la possibilità di pagare una visita specialistica, il riscaldamento e di fare la spesa – hanno aggiunto i pentastellati – Abbiamo dato il diritto di andare in pensione dopo anni di sacrifici a tutti quei lavoratori che sono stati ingannati da una legge ingiusta e dolorosa come la Fornero. Tutto questo era nel nostro programma con cui ci siamo presentati alle elezioni nel 2018, e noi le promesse le manteniamo. I voti del MoVimento 5 Stelle per cambiare o smantellare due conquiste sociali e di umanità come queste – conclude il post – non ci saranno mai”.

Sulla stessa linea d’onda il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, che su Facebook ha sottolineato: “Per me e per il M5S reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure intoccabili. Chi propone di smantellarle o cambiarle sappia che non avrà ami i nostri voti”. Chi invece insiste sulla stessa linea è Italia Viva. Anche oggi i renziani hanno continuato a sostenere che il reddito di cittadinanza è da togliere. Una voce su tutti, quella del senatore Ernesto Magorno su Twitter: “Il reddito di cittadinanza è una misura sbagliata che non può andare avanti, bisogna creare lavoro perché è il lavoro a dare dignità non i sussidi”.

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