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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 10:16 del 21 Dicembre 2019

Studenti e lavoratori fuori sede da Milano alla Sicilia col bus ‘solidale’ contro caro biglietti: “Dai 200 ai 500 euro, non saremo mai tornati a casa”

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“La nostra è una protesta gentile contro il caro biglietti. Siamo del Sud, viviamo a Milano, e vogliamo tornare a casa senza pagare una follia, così ci siamo auto organizzati”. È partito ieri sera dalla Stazione Centrale, il primo bus “solidale” di studenti e lavoratori fuori sede che volevano tornare a casa per le feste natalizie. L’ideatore è Stefano Maiolica, 25 anni di origine campana, che vive e lavora nel capoluogo lombardo da diversi anni. Tutto nasce da un post sul suo blog Terroni a Milano contro i prezzi eccessivi dei trasporti verso Sud durante le vacanze. Uno sfogo che raccoglie centinaia di commenti e risposte di tanti fuori sede e lavoratori che vivono la sua stessa situazione. “Lì ho capito che dovevamo fare qualcosa – racconta Stefano mentre accoglie gli 87 passeggeri sul bus – e così ho deciso di noleggiare un bus per rendere il viaggio sostenibile per tutti”. Grazie ai tanti sponsor che hanno finanziato l’operazione, i viaggiatori hanno pagato solo una quota simbolica e sono arrivate centinaia di richieste.

“Senza questa opportunità non sarei tornata a casa per Natale – racconta Marica, 28 anni lavoratrice – i voli per Catania si aggiravano sui 300 euro fino all’altro ieri, ma anche prenotando in anticipo i prezzi non sarebbero cambiati”. Una situazione simile a quella di Michele, 24 anni, studente molisano. Nella valigia ha messo barattoli di vetro vuoti pronti per essere riempiti con le conserve di sua mamma: “È un dilemma che viviamo ogni anno quando dobbiamo scendere per le feste comandate, avrei dovuto spendere oltre 300 euro”. Ma l’idea del bus vuole essere anche uno strumento per chiedere al governo di affrontare questo tema: “Non è solo un problema di prezzi, ma anche di disponibilità – attacca Antonio, 29 anni che torna a Cosenza – Il sistema dei trasporti non può reggere tutto il flusso di studenti e lavoratori meridionali che vogliono tornare a casa”.

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