Mentre il sindaco leghista di Ferrara propone la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, si scopre che il suo portavoce Michele Lecci ha una pagina Facebook che racconta le gesta del suo cane Rommel. Un dobermann con il nome del generale tedesco durante la seconda guerra mondiale che si lascia immortalare docile per lo “scatto del gerarca perfetto” e che “insieme al suo Führer Michele Lecci passeggia lungo il confine murato della città”. Passeggiate che possono essere anche “ronde nella pericolosa Zona Stazione fatta di ombre nere in bici” (persone di colore, ndr) che se si avvicinano, “per curiosità e per scrupolo un braccio glielo stacco”. Se si indispettisce, poi, il buon Rommel “neutralizza l’invasore, con fulmineo siegen licht”, talmente ferino che solo l’intervento del suo Führer consente al malcapitato di “fuggire graziando la sua pelle marcia”.

Sono tutti post che compaiono sulla pagina Rommel – il Dobermann. Pagina finita all’attenzione del deputato Pd Luca Rizzo Nervo, che sempre via social avverte la senatrice a vita: “Vorrei essere certo che Liliana Segre sapesse chi sono quelli che le offrono la cittadinanza onoraria. Salvo che io non stia dando una notizia di cui il sindaco non era a conoscenza”. E rivolgendosi direttamente ad Alan Fabbri, il primo cittadino leghista, chiede se “ritiene compatibile l’assegnazione della cittadinanza onoraria ad una donna simbolo della Shoah e la scelta come suo portavoce di chi gioca a fare il Führer con il suo cane e ad annunciare spedizioni punitive che si ispirano esplicitamente ad azioni naziste. Lo ritiene compatibile con una città democratica e con istituzioni che lei si onora di presiedere, che fanno parte di una Repubblica, nata dalla Resistenza al nazifascismo?”, chiede Nervo.

“Mi viene da sorridere di fronte a chi fa polemiche attorno a un tema così importante come la cittadinanza a Liliana Segre”, replica Fabbri contattato da ilfattoquotidiano.it. “In secondo luogo – aggiunge – è un dato storico che Rommel disobbedì a ordini superiori per salvare migliaia di ebrei. E questo immagino sia il motivo per cui Michele ha chiamato così il suo cane”. Un nome che risale a 5 anni fa, fa sapere Lecci, che l’avrebbe scelto in chiave anti-nazista: “Rommel non eseguì gli ordini di fucilazione di un gruppo di ebrei, ordini che arrivarono dal Führer in persona. Il feldmaresciallo Rommel addirittura, organizzò un attentato allo stesso Hitler”. Il riferimento è all’Operazione Valchiria organizzata nel 1944 da alcuni politici e militari della Wehrmacht per uccidere Hitler in cui Rommel ebbe un ruolo passivo: il Führer gli concesse i funerali di Stato, anche in nome della grande amicizia e stima che li legava.

Quanto alle “parole cui fanno riferimento gli ossessionati del Pd come ‘ombre nere‘ – sostiene sempre il portavoce del sindaco – non sono state utilizzate per il colore della pelle, ma per via della consolidata tesi della visione in bianco e nero dei cani. La parola Führer, in tedesco, significa guida, e qualsiasi proprietario di un cane deve sentirsi tale. L’ho utilizzata di proposito anche per dare una nuova vita ad una parola tristemente nota”. “Mi preme sottolineare che si tratta di una pagina satirica dove nulla è preso sul serio, aperta molti anni prima di scegliere una carriera dove tutto può essere strumentalizzato da stampa e partiti politici”, conclude Lecci.

Nel frattempo in consiglio comunale è stato approvato all’unanimità il riconoscimento alla Segre. “In questo modo – questa la motivazione del sindaco – vogliamo onorare la storia personale della senatrice, simbolo delle immense sofferenze di un popolo che ha a Ferrara una rappresentanza forte e coesa”. Pochi minuti dopo, però, è la volta di un ordine del giorno della minoranza incentrato sull’odio antisemita e la solidarietà alla donna sopravvissuta ai lager e che oggi vive sotto scorta. Il documento, proposto dalla lista Azione Civica e appoggiato dal Partito democratico impegnava “le istituzioni cittadine e i suoi rappresentanti contro i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, sempre più numerosi, così come auspicato dalla senatrice Segre nell’aula del Senato”. Il centrodestra compatto lo ha bocciato.

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