Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo circa 1,35 milioni di persone sono vittime di incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte dei giovani tra i 5 e i 29 anni di età. Inizia così il rapporto: “La frontiera tecnologica nella lotta agli incidenti stradali. Il ruolo degli Adas”, di cui si è parlato a margine del #ForumAutomotive.

Per i giovani la sicurezza è visto come un obbligo!

Numeri enormi che, tra le altre cose, riportano sulla cresta dell’onda un tema come quello del rapporto tra i giovani e la sicurezza stradale. Di questo si è parlato in un panel che ha visto coinvolti Valentina Borgogni, Presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni Onlus, Marco Do, Direttore della comunicazione di Michelin Italia e due studenti dell’Accademia della Martesana, Alessandro Bellini e Luca Macauda.

Nel corso della tavola rotonda, moderata dalla giornalista Ilaria Brugnotti, quello che più mi ha colpito è stato sentire dai giovani studenti di 18 anni che “la sicurezza tra i giovani è vista come un obbligo e il casco una scocciatura”. Questo dopo aver visto uno spot davvero toccante su un ragazzo che muore perché non ha il casco allacciato e anche dopo aver ascoltato il racconto di Valentina che ha perso il fratello neanche ventenne, ucciso da un’auto guidata da un uomo ubriaco.

La Brugnotti cita Antonio Giovinazzi, pilota Alfa Romeo Racing, quando dice che “in strada bisogna usare la testa” e, aggiunge, che bisogna anche mettere il casco. Ma questo sembra non bastare. Sarebbe bello “vivere in un mondo ideale in cui i controlli di sicurezza sono visti con positività perché rendono la strada più sicura“, come dice Roberto Campisi, Dirigente del Compartimento di Polizia Stradale della Lombardia, ma bisogna fare ancora tanta strada per arrivarci, ricordandosi sempre che però “la strada non è un intervallo fra due appuntamenti“.

Quello che fa la differenza sulla strada è il comportamento ed è anche su questo che bisogna agire. Michelin ha iniziato vent’anni fa ad organizzare manifestazioni che sensibilizzassero sul tema del casco e sta continuando con iniziative come #madetolast. In Italia il 19% dei decessi su strada è di ragazzi che hanno tra i 20 e i 29 anni e il 100% di questi incidenti sarebbero evitabili. Bisogna iniziare ad educare i futuri patentati fin da quando sono piccoli e quindi sono preziose iniziative come Eicma for Kids, di cui ha parlato Giacomo Casartelli, Direttore di Eicma e intervenuto al panel “Codice della strada: i (soliti) ritardi della politica”, moderato da Roberto Rasia dal Polo.

La tecnologia non cancella la fisica

Nel 1970 i morti sulle strade italiane erano 11mila, nel 2018 sono stati 3.325, un trend in netto miglioramento che però negli ultimi due anni ha subito una battuta di arresto. Molto importanti sono stati i miglioramenti sulle auto ma, come ha detto Michele Crisci, Amministratore delegato e Presidente di Volvo Italia e Presidente Unrae, “la tecnologia non cancella la fisica” quindi i cambiamenti tecnologici” sono molto rilevanti” ma non sono sufficienti per la sicurezza.

Quest’ultima è al secondo posto della piramide dei bisogni che Maslow ha sviluppato nel 1954, come ha sottolineato Fabio De Rossi, moderatore di uno dei panel al ForumAutomotive. Nonostante questo, solo il 10% delle persone interessate all’acquisto di un’auto guarda agli Adas, i sistemi di assistenza alla guida, come ad optional da considerare. Su questo argomento, uno studio congiunto della Fondazione Filippo Caracciolo di Aci e Bosch, rileva come auto immatricolate da oltre 15 anni abbiano il 50% di probabilità in più di essere coinvolte in incidenti gravi, rispetto ad auto immatricolate due anni fa.

Naturalmente non si può non guardare al portafoglio: quanto più costa un’auto quanto più è ricca la dotazione di sistemi di sicurezza che, tradotto, significa che si verificano 5,7 incidenti ogni milione di chilometri, che invece sono 15 per i modelli di auto meno care. Uno dei più importanti sistemi di assistenza alla guida è l’assistente alla frenata che, secondo la ricerca, aiuta ad evitare 4 incidenti su 10 sui modelli più costosi e 2 su 10 tra quelli più economici. Peccato però che solo 1 veicolo su 5 venga venduto con questa tecnologia di serie, nonostante sia potenzialmente disponibile per il 75% delle auto.

Certo è che qualcosa dovrà cambiare visto che, come sottolinea Gabriele Allievi, Amministratore Delegato Bosch Italia, “nella scelta dell’auto da acquistare sono sempre più preponderanti gli standard di sicurezza e l’Unione Europea ha già previsto l’obbligo dal 2022 per tutti i veicoli nuovi di un equipaggiamento di sistemi di assistenza alla guida. Il pacchetto ‘salvavita’, pensato per preservare la sicurezza di guidatori e passeggeri, includerà funzioni come l’assistente alla frenata e il sistema di rilevamento del colpo di sonno”.

Attualmente però uno dei grossi problemi dell’Italia è il parco circolante molto obsoleto che andrebbe rimodernato. Michele Crisci fa una proposta concreta e condivisibile quando afferma: “La mobilità ha creato conoscenza, business e integrazione. Non si può pensare di risolvere il problema (parlando di inquinamento, nda) riducendo la mobilità. Le auto Euro 4 vanno fermate, anche se questo ha un costo. Basterebbe comprare un’auto usata che sia Euro 6 e in questo modo si risolverebbe il problema delle emissioni in Pianura Padana”.

La cintura di sicurezza: premiata ma ancora sconosciuta a tanti!

Ma, tornando alla sicurezza, nel corso del ForumAutomotive Enrico Pagliari, Coordinatore Area Tecnica Aci, ha spiegato che nel 2017 e nel 2018 sono state svolte campagne di controllo sulle auto a Roma: nel 20% delle auto fermate gli occupanti dei posti anteriori non avevano le cinture di sicurezza e quasi la totalità dei passeggeri posteriori non le indossava. A questo si aggiunge il fatto che 6 bambini su 10 sono trasportati senza un adeguato sistema di ritenuta.

Un’indagine del Corriere della Sera di quest’anno segnala che c’è stato un aumento del 10% delle multe nei primi 9 mesi del 2019 per le mancate cinture di sicurezza: ben 82.800 multe! E proprio la cintura è stato uno dei dispositivi di sicurezza più importanti che siano mai stati inventati, la cui introduzione si deve a Volvo. Per questo motivo l’azienda svedese è stata premiata, proprio al ForumAutomotive.

Il premio Road Safety Award è invece andato al Prefetto Roberto Sgalla, già Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, che ha lanciato un allarme: “In Italia manca una visione globale sul tema della sicurezza stradale, ci si muove solo sulla base di fasi emergenziali e della ricerca di consenso. L’attuale Codice della strada, datato addirittura 1992, è superato dall’evoluzione della mobilità. Non basta riformarlo, ma serve una legge delega che consenta di arrivare a un nuovo Codice tarato sulle nuove forme di mobilità e microbilità. Vanno riviste le pene, garantendone la certezza, prevedendo soprattutto la sospensione della patente per i più comuni comportamenti di colpevole distrazione alla guida legati all’uso degli smartphone. Solo così si potranno contrastare seriamente i numeri già oggi allarmanti di 600 pedoni e 350 ciclisti morti ogni anno, senza contare le 3.300 vittime degli oltre 172mila incidenti che si verificano sulle nostre strade. I costi sociali legati agli incidenti stradali ammontano a 17 miliardi di euro. Un costo oggi insopportabile”.

Articolo Precedente

Fca-Psa, Tavares guiderà la nuova società. In una simile impresa serve un uomo solo al comando

next
Articolo Successivo

Strade pericolose, 76 incidenti su 100 sono nei centri abitati. Il rischio maggiore è sulle autostrade urbane

next