La Francia ha scelto, e ora manca soltanto l’Italia. Tutti gli altri 27 Paesi europei il Regno Unito invece è fuori dai giochi vista la Brexit prevista il 31 ottobre – hanno già avanzato i loro candidati per la prossima Commissione guidata dall’ex ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, che vuole un nuovo esecutivo composto per la metà di donne. Un obiettivo che con la scelta di Sylvie Goulard da parte di Parigi, sembra raggiunto visto che ne sono state proposte già 13. E l’Italia, dunque, potrebbe così rinunciare a presentare una candidata anche se la portavoce della Commissione ripete che “a tutti gli stati membri è stato chiesto dalla presidente eletta di indicare il nome di un uomo e una donna”. Quelli dell’ex premier Paolo Gentiloni e del presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri sono i nomi maggiormente circolati negli ultimi giorni. Entrambi del Partito democratico, che riaprono la partita del portafoglio economico di rilievo per l’Italia. Lo stesso di cui aveva parlato Conte – che aveva fatto preciso riferimento alla Concorrenza – all’indomani del Consiglio europeo che ha portato alla nomina di Ursula Von der Leyen dai capi di stato e di governo. Ma da allora le carte in tavola sono cambiate: la presidente eletta è stata votata dal Movimento 5 Stelle e non dalla Lega e l’8 agosto si è aperta la crisi di governo.

In ogni caso il Commissario italiano, uomo o donna che sia, se la dovrà vedere con una concorrenza agguerrita tra i quelli nominati dagli altri Stati membri per ottenere un portafoglio economico. Oltre alla Goulard, economista liberale vicina a Prodi e Monti, scelta da Macron, ci sono anche Elisa Ferreira, vice-governatrice della Banca di Portogallo, a lungo eurodeputata; Jutta Urpilainen, ex ministro delle finanze della Finlandia; il lettone Valdis Dombrovskis, vice presidente responsabile per l’euro; Kadri Simson, liberale, ex ministro degli affari econonomici e delle infrastrutture in Estonia; e l’agguerrita Marghrete Vestager, attuale Commissario alla Concorrenza e già ministro degli Affari economici, a cui la presidente Von der Leyen ha già promesso un posto da vice ricoprendola di elogi per il mandato nella scorsa Commissione.

All’Italia potrebbe interessare anche il portafoglio del Commercio, ma lì dovrebbe fare i conti con la ceca Vera Jourova, al suo secondo mandato, e con la svedese Ylva Johansson, ex ministro del Lavoro, che potrebbe succedere a Cecilia Malmstrom. Il tempo stringe, le audizioni al Parlamento europeo inizieranno a fine settembre e Von der Leyen vuole avere il tempo di svolgere un colloquio ufficiale con ciascuno dei candidati. Alcuni commissari potrebbero già saltare prima delle audizioni come è successo al candidato polacco Krzysztof Szczerski, sovranista, bocciato da Von der Leyen e sostituito dal governo polacco con il più moderato Janusz Wojciechowski. La Polonia dovrebbe portare a casa il grosso portafoglio dell’Agricoltura, un modo per assicurarsi l’appoggio dei deputati polacchi, già determinanti per l’elezione di Ursula von der Leyen a luglio.

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