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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 7:47 del 26 Agosto 2019

Tav, via agli espropri a Salbertrand: “110mila metri di capannoni e 600 tir al giorno”. Il sindaco contrario: “Si svende salute con scusa del lavoro”

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“Per anni in questa terra si è venduto il lavoro in cambio della salute, ma adesso basta”. Roberto Pourpour è il sindaco di Salbertrand, un comune di 600 abitanti in Alta Valsusa. È stato eletto pochi mesi fa grazie alle sue posizioni contrarie al nuovo cantiere industriale per la valorizzazione dello smarino della Torino-Lione, che dovrebbe sorgere nel suo comune su un’area di 110mila metri quadri. Secondo i dati ufficiali, qui dovrebbero arrivare 3,6 milioni di metri cubi di smarino. “Si tratta del materiale prodotto dallo scavo della galleria di Chiomonte – spiega l’ingegnere Roberto Vela, membro dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino Lione del Comune di Torino e dell’Unione Montana Valle Susa – che in parte sarà riutilizzato per costruire calcestruzzi e i conci (l’ossatura delle future gallerie della Torino Lione)”. Un cantiere che dovrebbe durare tra i dieci e i dodici anni e che nei momenti di punta vedrà il passaggio di “600/700 tir al giorno”.

Numeri che hanno scatenato la protesta degli abitanti che proprio nelle scorse settimane hanno iniziato a ricevere le lettere di esproprio da parte di Telt. “Quando l’ho ricevuta ho provato un senso di prevaricazione – racconta Massimiliano Ticli, consigliere comunale e proprietario di un campeggio – qua si rischia di creare un ecomostro che danneggerà la parte dell’Alta Valle che vive prevalentemente sul turismo”. All’impatto sull’economia locale basata sul turismo si aggiunge la preoccupazione dell’impatto sull’ambiente della grande opera: “Se si sommano tutti i viaggi necessari a trasportare il materiale nel periodo del cantiere si arriva ad una stima di 22 e milioni e mezzo di chilometri da percorre su gomma – spiega l’ingegnere Vela – le emissioni di anidride carbonica saranno altissime e il bilancio energetico sarà negativo per almeno trent’anni”. Ma c’è un ultimo dato che preoccupa il sindaco: “Il cantiere è progettato su un’area esondabile dove in passato non erano state date autorizzazioni per costruire”. In questo caso i progettisti hanno ottenuto l’autorizzazione dalle autorità competenti: “Ma dato i fiumi fanno quello che vogliono e si riprendono il territorio che era loro – conclude l’ingegnere Vela – bisogna sperare che durante la durata del cantiere non avvenga nessun evento calamitoso”

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