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Germania, ancora un calo della fiducia delle imprese ad agosto: peggiore delle attese

L'indice Ifo è calato nuovamente a 94,3, da 95,7 di luglio. Gli analisti stimavano una diminuzione a 95,1. Continuano i segnali negativi sullo stato di salute dell'economia tedesca che nel secondo trimestre ha registrato una crescita negativa: rischio recessione
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Gli indicatori sulla salute dell’economia tedesca continuano a riportare dati negativi. Ad agosto l’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese in Germania, è calato nuovamente a 94,3, da 95,7 di luglio. Il calo è peggiore di quanto previsto dagli analisti, che stimavano una diminuzione a 95,1. Il valore segna un nuovo record negativo per Berlino che non aveva un indice Ifo così basso da sette anni. Anche il pessimismo nei confronti dei prossimi mesi è aumentato. Ci sono sempre più segnali di recessione in Germania.

Nel settore manifatturiero, il calo dell’indicatore del clima imprenditoriale non ha ancora toccato il fondo. La soddisfazione per la situazione attuale è nuovamente diminuito, mentre le aspettative sono scivolate ulteriormente in territorio negativo. L’ultima volta che le aziende industriali hanno dimostrato un tale pessimismo è stato nell’anno di crisi del 2009. Nel settore dei servizi, il clima economico si è notevolmente deteriorato. Ciò è dovuto a una valutazione molto meno favorevole della situazione attuale. Inoltre, è cresciuto lo scetticismo nei confronti del prossimo futuro. Nel commercio, l’indice è scivolato in territorio negativo. Nel settore delle costruzioni, infine, l’indicatore del clima economico è solo leggermente diminuito.

Dati che arrivano a meno di due settimane di distanza da quello sulla crescita tedesca del secondo trimestre che ha segnato una contrazione congiunturale dello 0,1 per cento. Ma i segnali delle debolezze dell’economia si trascinano ormai dall’anno scorso: già nel terzo trimestre 2018 il pil della Germania aveva segno negativo e il Paese aveva sfiorato la recessione. Un rischio che si ripresenta ora, mentre il governo della cancelliera Angela Merkel prova a rispondere con gli sgravi fiscali: il gabinetto ha approvato infatti un disegno di legge per l’abolizione della tassa di solidarietà. Un’aliquota del 5,5% calcolata sull’imposta base che portava nelle casse dello Stato circa 19 miliardi di euro l’anno e che dal 2021 non dovrà più essere pagata da circa il 90% dei contribuenti tedeschi.

La cancelliera invece non ne vuole sapere di abbondare il teorema dello “Schwarze null” – il deficit zero – e ricominciare a indebitarsi con moderazione per spingere gli investimenti, soprattutto quelli nella lotta al cambiamento climatico e nella digitalizzazione. Molti economisti e anche una parte della Spd al governo chiede che venga per un attimo messa da parte la regola aurea del pareggio di bilancio. Intanto il rallentamento della ex “locomotiva tedesca” frena tutta l’Eurozona, che tra aprile e giugno è cresciuta solo dello 0,2% contro il +0,4% del trimestre precedente.

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