Lo Schwarze Null non è più un tabù. Il pareggio di bilancio, l’austerity che è stata il marchio di fabbrica della politica economica targata Angela Merkel è ora sotto processo in Germania. “Haut das Geld Raus” è il titolo dell’editoriale che giovedì pomeriggio è apparso in apertura sulla versione online della Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. In pratica, “Tirate fuori i soldi“: una presa di posizione contro il governo e a favore di una politica economica più espansiva. Tradotto: miliardi di investimenti, anche a costo di non rispettare i vincoli di bilancio. È quello che l’Italia chiede da tempo all’Europa. È quello che con sempre più insistenza critici ed economisti stanno chiedendo al governo di Berlino, dopo la doccia fredda degli ultimi mesi, quando i tedeschi hanno scoperto di avere un’economia che rallenta e una produzione industriale in declino. Una richiesta che ora arriva direttamente da esponenti di una delle due forze al governo, la Spd che con Olaf Scholz ha in mano il ministero delle Finanze.

Una pressione che sta portando la Merkel e il suo governo a valutare un’inversione di tendenza: abbandonare il pareggio di bilancio, almeno per quel che riguarda il pacchetto di riforme sull’ambiente. Le prime conferme arrivano da un alto funzionario di Berlino, sentito dalla Reuters a condizione di mantenere l’anonimato. Il timore del governo, spiega la fonte, è che una volta rotto il tabù “arrivino tutti a battere cassa“. Il ministero delle Finanze non commenta, ma da quel che trapela sulla stampa tedesca adesso anche il socialdemocratico Scholz avrebbe aperto per la prima volta a un cambio di rotta.

La Spd è infatti alla prese con un profondo processo di rinnovamento interno, tentativo di rimediare al crollo dei consensi. E tra i candidati in corsa per prendersi la presidenza e la leadership del partito, la voce di chi chiede di rinunciare allo Schwarze Null (il pareggio di bilancio) si fa sempre più forte. “Abbiamo bisogno di massicci investimenti statali sulle energie rinnovabili, quindi il pareggio di bilancio è economicamente ed ecologicamente privo di senso“, ha dichiarato Karl Lauterbach all’Handelsblatt. Arrivando a mettere in dubbio il Schuldenbremse, il “freno al debito” che in Germania dal 2009 è legge costituzionale: “Quando si investe nell’istruzione e nell’ambiente, non dovrebbe essere applicato”. Allo stesso modo si è espresso Michael Roth, altro candidato alla presidenza Spd: “Se ci asteniamo dall’investire nel futuro adesso, questo sarà un onere molto più grande per le generazioni future rispetto all’esigenza del pareggio di bilancio in tempi di tassi di interesse storicamente bassi”.

L’economia rallenta, “serve una politica espansiva”
Finora l’austerity è stata uno dei principi guida della Grosse Koalition, ma oggi la spinta a una politica espansiva non arriva soltanto dal partito di minoranza nel governo. Il Pil tedesco non cresce più ai ritmi di un tempo, tanto da rischiare la recessione nel terzo trimestre. L’industria, locomotiva d’Europa, continua da mesi a produrre sempre meno. E con la Germania fatica tutta l’Eurozona, rallentata da guerra dei dazi e difficoltà dei Paesi emergenti. In Germania “sarebbe più opportuno adottare una politica espansiva”, ha detto esplicitamente l’ex numero uno della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet in un’intervista all’Handelsblatt in edicola oggi.

Servono investimenti per digitalizzazione e ambiente
“La Germania ha avuto una sana politica fiscale in passato. Ma ora è necessaria una politica fiscale più attiva, a vantaggio delle infrastrutture pubbliche e per rafforzare la domanda”, ha spiegato Trichet. “Un maggiore dinamismo nel settore salariale sarebbe ancora più importante”, ha proseguito l’ex capo della Bce. Sono diversi gli economisti che recentemente hanno sollecitato un maggior indebitamento, sfruttando i bassi tassi di interesse, come risposta all’indebolimento dell’economia. Jens Südekum, dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf, ha sostenuto che Berlino necessita di “una strategia di investimento estesa e soprattutto a lungo termine”. In primis, perché in questo momento la Germania può indebitarsi a costo zero: i titoli di stato tedeschi sono così richiesti e sicuri che hanno rendimento negativo. Inoltre, ha bisogno di grandi investimenti per affrontare le due principali sfide del futuro: ridurre le emissioni, come sottolineano Verdi e Svp, ma anche diventare un Paese digitale. Questo sostiene anche Bastian Brinkmann nel suo editoriale per la Süddeutsche Zeitung. Non fare debiti è da sempre un mantra del buon tedesco, ma ora in molti chiedono al Governo un cambio di passo: “Lo Stato risparmia – scrive Brinkmann – il pareggio di bilancio regge. Questo danneggia l’intera società, le persone potrebbero vivere in una Germania migliore“.

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