Il boom mediatico dell’auto elettrica sembrava il volano perfetto per far decollare il giro d’affari del litio, che attualmente è un componente fondamentale per la costruzione delle batterie dei veicoli a zero emissioni. Tuttavia, la diffusione delle auto a elettroni è molto più lenta del previsto. Risultato? In un anno il prezzo del litio è crollato del 30%, a circa 8.600 euro a tonnellata. Lo sostengono gli analisti di Morgan Stanley.

Una decisa battuta d’arresto, considerato che negli ultimi quattro anni il prezzo del litio era triplicato, spinto da lusinghiere stime iniziali sulla produzione di auto elettriche, poi rivelatesi esagerate: infatti, si prospettava una diffusione di 5 milioni di veicoli entro fine 2018, poi risultata essere pari a non più di 2 milioni. Tuttavia, è bene specificare che si tratta solo di una sbandata: secondo il rapporto ‘New Energy Finance’ di Bloomberg, infatti, il mercato del litio è destinato a crescere fino a 10 volte tanto entro il 2030, quando le auto elettriche cominceranno a essere una realtà assai più concreta di quanto non lo sia oggi.

Anche se rimangono in molti a rimanere scettici nei confronti della “rivoluzione elettrica”, inclusi progettisti e ingegneri. Dubbiosità evidenziate pure dal magazine Wards che, in collaborazione con DuPont, ha organizzato un sondaggio che ha coinvolto quasi 40 mila abbonati online a WardsAuto. Quasi due terzi degli intervistati hanno identificato in tre temi precisi – il basso interesse dei consumatori per le auto elettriche e per quelle di piccole dimensioni, il crescente successo dei pick-up con motori di grande cilindrata e infine l’aumento dei costi di materiali e prodotti destinati alla riduzione dei pesi – le sfide che dovranno essere affrontate dall’industria affinché la diffusione commerciale delle elettriche diventi sufficiente per soddisfare gli standard ambientali proposto dagli Usa per il 2025.

Alla fine dello scorso giugno i modelli a batteria rappresentavano solo l’1,5% degli 8,4 milioni di veicoli leggeri venduti (con l’81% costituito da Tesla e il restante 19% diviso tra 19 modelli a batteria): in altri termini, sul mercato nordamericano le auto a zero emissioni non attecchiscono, anzi. Una vera e propria sberla in faccia ai costruttori, che concentrano i maggiori investimenti sulla tecnologia dei veicoli 100% elettrici, più di quanto spendono per tutte le altre scelte di elettrificazione (ibrido, plug-in, mild hybrid e celle a combustibile).

Ecco perché più della metà degli intervistati (55%) afferma che i costruttori non saranno in grado di soddisfare gli standard fissati per il 2025 senza arrecare danni finanziari all’industria stessa, con perdita di posti di lavoro e limitazione delle scelte dei consumatori. Il tutto in uno scenario dove, va detto, le emissioni prodotte dalle automobili nel mondo non superano il 15% del totale.

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