“Continuiamo da noi, da un cantiere di fatto fermo da oltre 400 giorni grazie alla nostra opera costante di presidio ed iniziativa, da dei lavori di allargamento che sfidiamo Salvini a far partire, così da poter toccare con mano cosa significa cantierizzare un territorio ostile”. Così il movimento No Tav commenta a caldo, tramite un lungo post su Facebook, l’esito della votazione al Senato sulla Torino – Lione, in cui sono state respinte le mozioni che proponevano uno stop all’opera e accolte quelle favorevoli. “Una sceneggiata – scrivono ancora i No Tav – di cui avremo fatto volentieri a meno”.

“Giochi di palazzo e poltrone, equilibrismi e fanatismi li lasciamo volentieri ad altri – si legge sulla pagina notav.info, punto di riferimento del movimento – La storia, lo sappiamo, relegherà ognuno al posto che merita”. Il “teatrino costruito sulla nostra pelle”, come lo definiscono i contrari all’opera, dicono, si svolge “mentre decine di fogli di via vengono notificati ancora in questi minuti da carabinieri e polizia a tanti della valle che quotidianamente si spendono nelle iniziative di contrasto all’opera devastatrice”. “La nostra storia, sui sentieri e nelle piazze, nei presidi e nelle assemblee, nei mercati e tra la gente la scriviamo noi. Ci vediamo nella valle che resiste”, scrivono infine i No Tav, dimostrando di non arrendersi di fronte alla sconfitta subita in aula dal Movimento 5 stelle.

Dura anche una delle “pasionarie” No Tav, Nicoletta Dosio: “I Cinque Stelle hanno perso completamente la Valle. Hanno tentato di salvarsi l’anima portando questa mozione in Parlamento, ma si sapeva come sarebbe andata a finire. Era una parabola già scritta”. “Sono un’accozzaglia, tutto e il contrario di tutto. Dalla Val Susa hanno preso dei voti. Non il mio, non mi sono mai fidata. Ma tanti altri – prosegue la Dosio – Ora li han persi. C’è la Tav e c’è il Dl Sicurezza: i 5 Stelle stanno lavorando a favore di tutte le decisioni disumane di questo governo”.

Intanto gli attivisti No Tav hanno annunciato che venerdì saranno a Chiomonte, dove sarà presente anche “la banda del buco”, tra cui il neo presidente della Regione Piemonte, Aberto Cirio. “La pellicola de ‘La banda del bucò racconta infatti dei tanti politicanti che in questi decenni hanno provato ad usare la nostra valle e le nostre vite come trampolino per mediocri carriere politiche, paghi di servire il leader di turno o il fenomeno mediatico del momento. Una giunta regionale allargata, a cui sono invitati i sindaci del ‘patto del territorio’, alla quale si uniranno le Madamine dell’Onda (infranta mestamente sugli scogli terminate le sponsorizzazioni giornalistiche) e Mino Giachino reduce da una cocente delusione elettorale – si legge in una nota pubblicata sul sito dei No Tav – Attesi anche Foietta e Virano, personaggi legati a doppio filo a tutto il sistema del Tav e dei suoi interessi. Fa quasi tenerezza il teatrino messo in campo, il cui costo graverà sulle tasche dei cittadini che lavorano per arrivare a fine mese, poiché questa sciocca provocazione avverrà in un contesto di militarizzazione, l’ennesima, del nostro territorio. Noi, come sempre, ci saremo. Appuntamento ore 12.30 in Piazza a Chiomonte”.

Già ieri uno dei leader del “no” all’opera, Alberto Perino, aveva commentato la mozione del Movimento in Senato, definendola “un’idiozia”. E proprio a lui Beppe Grillo, al termine della votazione, ha dedicato un lungo post su Facebook, dal titolo “Il perinone”. “Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene”, ha scritto il garante del Movimento, ribadendo la bontà della mozione che proponeva di rivedere l’opera in Parlamento.

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