Partono i controlli sui contabilizzatori del calore e con questi anche le sanzioni. Con un ritardo di 2 anni rispetto al giugno 2017, entro cui i condomini con riscaldamento centralizzato avrebbero dovuto mettersi in regola, iniziano le ispezioni e, per tutti i proprietari inadempienti, sono previste multe da 500 a 2500 euro. Secondo quanto riporta Il Sole 24 ore la copertura non supera il 50%. Un dato che tra l’altro interessa proprio le zone di maggior interesse per motivi climatici. A parte l’Emilia Romagna e la Toscana che hanno optato per una gestione centralizzata, le altre regioni hanno scelto di affidarli ai Comuni con più di 40.000 abitanti, mentre per gli enti più piccoli saranno responsabili le città metropolitane.

A svolgere i controlli sono società pubbliche o private a seconda della zona. Nella virtuosa Toscana, dove il 65% degli stabili con impianto centralizzato è dotato di contabilizzatore, sono partiti i controlli da parte di 30 ispettori dell’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr). In Emilia Romagna, invece, la Ervet si occuperà di controlli, accertamenti e sanzioni per l’1,8 milioni di condomini che saranno censiti entro la fine dell’anno, mentre 150 ispettori liberi professionisti stanno avviando controlli finanziati dai pagamenti dei bollettini del libretto di impianto.

Il comune di Milano si affida a 45 ispettori della società Amat, che nella città metropolitana controllerà 143 comuni attraverso una rete di ispettori affiancati da 6 accertatori certificati. A Torino e nella città metropolitana i controlli saranno in capo ad Arpa, secondo i criteri stilati da un tavolo di lavoro tra la Regione e l’ordine degli ingegneri e sono già state somministrate una decina di sanzioni. A Genova, con il supporto della società Multiservice è già stato redatto un registro con 6.000 condomini censiti – su 1.500 dei quali sono previsti controlli annui, in modo da avere la verifica sul totale degli stabili entro 4 anni – ma si dovrà attendere ancora un anno perché questo si integri con quello della regione Liguria. La meno efficiente delle regioni del nord Italia risulta il Veneto, dove i controlli sull’1,7 milioni dei condomini sono demandati a 16 comuni sopra i 30.000 abitanti. Il problema è la mancanza di risorse: la Regione ha abolito il pagamento del bollettino per gli impianti e solo Trevisto ha avviato accertamenti. In Lazio invece, dove la regione inizia a creare il su registro dei condomini, la città metropolitana di Roma, grazie ai proventi del bollettino blu e delle previste sanzioni, ha dato in concessione per 4 anni i controlli a una società privata.

Un grande problema sono però i registri degli impianti. I responsabili o i manutentori compilano schede in genere cartacee e quasi mai digitalizzate e messe in rete, che risultano speso incomplete. Un caso di risultato poco realistico è quello del catasto (Curit) della regione Lombardia, dove la copertura dei contabilizzatori risulta inferiore al 30%.

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