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Avicii, il padre parla per la prima volta di lui: “Non credo sia stato un suicidio premeditato”

In una lunga chiacchierata con la CNN Klas Bergling ha parlato del figlio, il dj svedese Avicii, che il 20 aprile del 2018 a 28 anni si è tolto la vita a Muscat nell’Oman

di Davide Turrini

“Non credo all’ipotesi del suicidio premeditato”. In una lunga chiacchierata con la CNN il padre del dj svedese Avicii, che il 20 aprile del 2018 a 28 anni si è tolto la vita a Muscat nell’Oman, ha parlato per la prima volta in pubblico della morte del figlio. “La nostra teoria è che Tim non abbia pianificato il suicidio, ma che sia stato una specie di incidente di percorso”, ha spiegato Klas Bergling convinto che il figlio non si sia mai recato in Oman premeditando di farla finita tagliandosi poi le vene con dei cocci di bottiglia. “Quando si trovava in brutte e difficili situazioni mi chiamava sempre. Abbiamo parlato tanto dei suoi pensieri sulla vita, sull’esistenza, sulla meditazione e sull’amore. Talvolta rimaneva al telefono con me per ore”. Avicii aveva preso una pausa dai suoi tour nel 2016 dopo che nel 2013 aveva raggiunto la fama mondiale con i singoli Wake me up ed Hey brother. Bergling ha poi aggiunto che Tim poco prima del suicidio era sì stanco e stressato dai troppi impegni lavorativi ma che era mentalmente felice. “Quando sei molto felice o estremamente felice, non pensare di essere immune all’infelicità. Ci sono piccole cose che possono farti precipitare nella tristezza o destabilizzare il tuo equilibrio. Penso che per Tim sia andata così”.

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