Sulle nuove forme di mobilità ancora dubbi e qualche incertezza, sia a livello nazionale che internazionale, ma allo stesso tempo anche tanto interesse a conoscerne le novità. Perché un cambio di rotta nel modo di muoversi è sentito come necessario da un’ampia porzione di popolazione. Per 6 italiani su 10 la mobilità rappresenta una vera problematica quotidiana, tanto che per 1 su 2 questa arriva ad avere un’incidenza negativa sulla vita di tutti i giorni: lo fa condizionando e limitando il tempo libero e le scelte familiari, laddove sussistono esigenze più complesse, e poi impatta negativamente anche per i costi consistenti da dover sostenere.

A delineare questo quadro sono i dati dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility di Deloitte, azienda di servizi di consulenza, che sono stati poi esposti in occasione della 3° Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility. Il report si basa su dati nazionali integrati con quelli internazionali e derivanti da un’indagine condotta, in collaborazione con SWG, in Italia e in Francia, Germania, Finlandia, Regno Unito.

Ciò che ne risulta è sicuramente una crescente consapevolezza dei disagi della mobilità tradizionale, ma anche l’esigenza di avere a disposizione dei nuovi servizi efficienti e dalla spesa abbordabile. Relativamente alle statistiche ottenute tra gli intervistati italiani, per il 79% di questi la mobilità rappresenta la prima causa di inquinamento, tanto che 6 persone su 10 non ritengono necessario l’utilizzo dell’alimentazione a combustibile fossile per i mezzi di trasporto; questo si traduce, in Italia più che nel resto d’Europa, nella decisione di abbandonare i mezzi ad alimentazione tradizionale per scegliere quella alternativa. Il vero problema è che, sempre per il 43% degli italiani, i costi dei mezzi a basso impatto ambientale sono ancora proibitivi, ma 8 intervistati su 10 sarebbero comunque pronti a cambiare il proprio veicolo.

Sulle diverse forme di mobilità in diffusione nelle città italiane si sa molto (l’80% dei cittadini conosce i diversi servizi offerti) ma difficilmente si scelgono come alternative: solo l’8% degli italiani utilizza servizi di car sharing e simili in maniera abituale. Questo perché, pure se oltre la metà degli italiani si sente pronta ad usufruirne, persistono alcuni aspetti che rendono i servizi ancora impraticabili, come ad esempio la poca flessibilità, in alcuni casi la complessità dell’utilizzo e poi il costo ancora mediamente elevato, aspetto che per il 90% degli intervistati è un fattore più che determinante nella scelta.

Ciò che ha rilevato l’analisi di Deloitte sono poi le esigenze cui dovrebbe rispondere lo sviluppo dei servizi di mobilità nel futuro, e cioè rendere sempre più riconoscibili gli operatori (in particolare i nuovi, quelli che non provengono dal settore dei trasporti) e le loro offerte: ad esempio, ad oggi, oltre il 50% degli italiani ignora ancora la modalità pay-per-use del car sharing oppure il libero accesso alle Ztl e ad alcuni parcheggi, o tutti gli altri benefici del noleggio a lungo termine.

“La nuova mobilità non è una visione, ma un cambiamento necessario che di fatto è già in corso” ha osservato Luigi Onorato, Senior Partner, FSI Innovation Leader, Monitor Deloitte: “Affinché si arrivi però ad un pieno sviluppo ed utilizzo delle nuove forme di mobilità, occorre che operatori istituzionali e privati mettano in campo iniziative mirate”.

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