L’immunità penale, i dati sanitari, la cassa integrazione ordinaria legata al ciclo negativo dell’acciaio. Negli ultimi due mesi, l’ex Ilva di Taranto, assegnata ad ArcelorMittal, è tornata al centro del dibattito politico. Tra richieste di chiarezza giunte da più parti (ambientalisti sui dati, l’azienda sul quadro normativo nel quale agire, Di Maio sulla cassa che scatterà a luglio), la metà pentastellata del governo ha sostanzialmente in mano il dossier, come dimostrato dalla partecipazione di 5 ministri all’incontro in Prefettura a Taranto lo scorso lunedì per il Contratto istituzionale di sviluppo. La partita dell’acciaio è nuovamente in una fase delicata, tra scenari internazionali incerti, le richieste delle associazioni ambientaliste, il cambio di passo del governo sullo scudo penale per i proprietari e la decisione della multinazionale di rallentare la crescita della produzione in Puglia. “Un segnale negativo, l’aspetto più preoccupante”, secondo Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile siderurgia. Ecco una fotografia sui tre aspetti più discussi: dati sanitari dell’Istituto superiore di sanità, l’immunità penale e la situazione del mercato.

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