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Autostrade, Confindustria contro il nuovo sistema dei pedaggi: “Rischio contenzioso e blocco investimenti”

Viale dell'Astronomia spera che un faccia a faccia si utile a "verificare costruttivamente l’applicazione delle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti" e "definire tempi più ragionevoli di adeguamento di piani economico-finanziari per loro natura estremamente complessi e impegnativi"
Autostrade, Confindustria contro il nuovo sistema dei pedaggi: “Rischio contenzioso e blocco investimenti”
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Il nuovo sistema tariffario deciso per le concessionarie autostradali “rischia” di portare il sistema in una “situazione di incertezza” e di “potenziale conflittualità”. È questo il parere di Confindustria dopo lo stop al meccanismo degli aggiornamenti annuali e la cancellazione dei 6 diversi sistemi di pedaggio vigenti finora, che ha trovato il via libera dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

L’auspicio di Confindustria è che “si apra un confronto tra Governo e concessionarie” per scongiurare “l’apertura di un contenzioso”, “il blocco degli investimenti autostradali, dannoso e inaccettabile per le prospettive di ripresa e per l’immagine internazionale del Paese”. Viale dell’Astronomia spera che un faccia a faccia si utile a “verificare costruttivamente l’applicazione delle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti” e “definire tempi più ragionevoli di adeguamento di piani economico-finanziari per loro natura estremamente complessi e impegnativi”.

Nelle intenzioni del governo M5s-Lega, il nuovo sistema tariffario garantirà trasparenza ed equità, con benefici in arrivo per automobilisti, per i quali – nelle intenzioni dei promotori – si potrebbe profilare anche un calo dei pedaggi. Confindustria sposa quindi la posizione di Aiscat, l’associazione dei concessionari, che già ad aprile, nell’ambito della consultazione pubblica avviata dall’Autorità, aveva contestato il provvedimento.

Subito dopo l’ok dell’Autorità di regolazione dei trasporti, giovedì, le concessionarie sono tornate a parlare di “grande preoccupazione e la ferma opposizione alle deliberazioni” dell’Autorità, lamentando di non aver avuto la “possibilità (nonostante le nostre richieste) di un reale confronto”. Ricordando che le tariffe italiane sono “tra le più basse d’Europa a fronte dei maggiori investimenti per ammodernare la rete” e che l’Ue ha ritenuto il nostro sistema “equo e ragionevole”, l’associazione delle società concessionarie si era quindi appellata al governo dicendosi disponibile a un “serio confronto”.

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